La fertile “cintura del grano” che dall’Ucraina meridionale si estende fino al Kazakistan passando attraverso il Caucaso settentrionale è una delle aree più fertili al mondo: i tre paesi rappresentano il 14% della produzione e il 21% delle esportazioni di grano nel mondo – con destinazione soprattutto in Turchia, Giordania, Egitto, Iran.
Si tratta soprattutto di grano invernale (seminato in autunno-inverno) – quello primaverile non si coltiva in quel clima. Il raccolto del grano avviene fra le ultime settimane di giugno e le prime di agosto; subito dopo, fra agosto e ottobre, si procede alla semina per l’anno successivo.
L’assenza di infrastrutture efficienti è sempre stato il maggior limite alla produzione e al trasporto dei cereali, specialmente in Russia e Kazakistan; in Ucraina il problema maggiore è che ogni anno il 20% del grano marcisce perché i silos, ormai obsoleti, non proteggono dall’umidità.
Negli ultimi anni il clima ha provocato gravi danni alla produzione. L’inverno scorso le miti temperature dei primi mesi hanno fatto uscire di quiescenza i semi, poi l’improvvisa ondata di gelo degli ultimi mesi invernali, unita all’assenza di precipitazioni nevose, ha provocato una grave siccità; e a partire da maggio le torrenziali piogge hanno alimentato alluvioni che hanno spazzato via parte del raccolto.
Secondo fonti ufficiali la produzione è diminuita del 22% rispetto all’anno scorso. In Russia è passata da 57 milioni a 46 milioni di tonnellate, e si prevede che le esportazioni caleranno da 20 a 16 milioni di tonnellate. L’Ucraina riuscirà al massimo a salvare la metà del raccolto (meno di 11 milioni di tonnellate rispetto ai 22 milioni soliti) mentre il Kazakistan, meno colpito dalle calamità naturali, potrà raccogliere 27 milioni di tonnellate, 4 milioni meno del solito.
È quasi certo che i tre paesi limiteranno pesantemente le esportazioni per soddisfare innanzitutto il fabbisogno interno – come avvenne nel 2010, quando oltre il 20% del raccolto andò perduto a causa di incendi, siccità e inondazioni.
Nel 2010 i prezzi dei cereali non subirono grandi fluttuazioni perché il raccolto di USA ed Europa riuscì a sopperire alle perdite dei paesi della cintura del grano. Il 2012 però è stato un anno negativo per il raccolto in Francia, il secondo maggiore produttore di grano al mondo, e anche il Midwest americano rischia di subire un calo di produzione del 30% a causa della siccità e delle temperature record.
Si profila un anno di grande scarsità di cereali, simile a quella che si ebbe nel 2007-2008, che provocò ondate di proteste e di rivolte nei paesi poveri del mondo.
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