Il recente assassinio da Al Hassan in Libano non ha provocato scontri fra milizie non soltanto per gli appelli alla calma da parte delle potenze regionali e internazionali, ma anche perché il Libano non ha milizie forti e pronte, dopo che la famiglia Hariri ha lasciato il paese.
Ci sono però notizie secondo cui stanno accorrendo in Libano da varie parti del mondo arabo circa 10 000 uomini armati, organizzati sia da Jamaat al Islamiyah, sia dai gruppi salafiti, sia dai Fratelli Musulmani, per infiltrarsi in Siria in appoggio agli insorti sunniti, pronti a contrastare anche Hezbollah in Libano per il suo ruolo filo iraniano. Lo stesso al Hassan al momento dell’attentato pare stesse lavorando per provvedere armi ai militanti che si andavano concentrando nel nord del Libano, tra Wadi Khaled e Akroum, per entrare in Siria.
È poco probabile che il Libano riesca a non venir destabilizzato dalla guerra in Siria, se si protrae ancora a lungo. Il rischio è che il Libano cada di nuovo nelle guerre civili, come in passato.
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