La scarsa produzione di grano nei maggiori paesi esportatori del mondo ha fatto aumentare considerevolmente il suo prezzo sul mercato globale, il che mette in gravi difficoltà l’Egitto, paese importatore. L’Ucraina ha annullato un contratto di esportazione di grano all’Egitto, la Russia potrebbe fornire il quantitativo annullato dall’Ucraina, ma un prezzo più alto, che l’Egitto non ha accettato. Nel frattempo i pressi sono aumento anche in tutti gli altri paesi esportatori.
L’Egitto, che vende il grano a prezzo sussidiato, cioè al di sotto del costo di produzione o di importazione, per dar da mangiare alle sue masse povere, non ha abbastanza riserve per poter pagare il grano ai prezzi internazionali correnti. Ha perciò chiesto aiuto al Fondo Monetario Internazionale, che però per concedere prestiti chiede che l’Egitto cessi di sussidiare il prezzo del grano. Se l’Egitto dovesse lasciar fluttuare liberamente il prezzo del grano, il prezzo della farina e del pane aumenterebbero così tanto all’interno che sicuramente ne nascerebbero disordini, e il nuovo governo post-Mubarak perderebbe il sostegno popolare.
Le trattative con il Fondo Monetario Internazionale continuano, alla ricerca di una soluzione di compromesso, da cui dipende non soltanto il prezzo del pane per gli Egiziani, ma anche la pace sociale e la stabilità politica dell’Egitto nel breve-medio termine.
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