La Cina continua la politica di investire in infrastrutture e aziende minerarie nei paesi limitrofi, e di gettare basi lungo le coste dell’Oceano indiano. Ha appena preso l’avvio in Afghanistan lo sfruttamento dei campi petroliferi di Amu Darya da parte della China National Petroleum Co., primo passo di un progetto di collaborazione fra i due paesi per i prossimi 25 anni, che vedrà la costruzione di infrastrutture di trasporto e di raffinazione.
La Cina sta investendo grandi somme nell’estrazione di risorse minerarie e nella costruzione di infrastrutture logistiche anche in Africa e in Sud America e in Europa (il porto del Pireo), ma ha un interesse primario nello sviluppare progetti di cooperazione economica con i paesi confinanti per assicurarsi rapporti positivi, non conflittuali, con i vicini.
Inoltre per la Cina è di vitale importanza garantirsi il controllo delle rotte marine attraverso cui la Cina si rifornisce di materie prime. La Three Gorges International Corporation cinese sta investendo 1,6 miliardi di dollari in dighe e centrali idroelettriche in Nepal.
Aziende cinesi stanno sviluppando le miniere di zinco e di piombo nel Baluchistan (sudovest del Pakistan), investono 200 milioni di dollari per le infrastrutture del porto pachistano di Gwadar, progettano oleodotti che da Gwadar raggiungano la Cina, investano più di un miliardo di dollari nel porto di Hambantota in Sri Lanka, e si impegnano ad investire anche nel porto di Chittagong in Bangladesh.
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