L'arresto del primo ministro del Mali, Sheik Modibo Diarra, arresta ogni possibile cooperazione fra l’esercito maliano e quelle dei paesi occidentali per contrastare al-Qaeda del Maghreb Islamico (AQIM) nel nord del Mali.
L' arresto è avvenuto per opera della giunta militare ora al potere, composta dai giovani ufficiali che nel marzo scorso si ribellarono ai loro comandanti in capo e al governo civile. La giunta teme uno scontro interno con le unità dell'esercito favorevoli ad accettare l’assistenza europea per un offensiva militare al nord. Preferisce lasciare il nord del paese nelle mani di al-Qaeda piuttosto che accettare la cooperazione con le forze militari occidentali.
L'opposizione maggiore all’azione militare contro AQIM è venuta dall’Algeria, il paese oggi più stabile nel Nord Africa, grazie alle risorse naturali e al buon funzionamento delle forze di sicurezza. L'Algeria aspira ora al ruolo di potenza egemone in Nord Africa. AQIM è diretto quasi esclusivamente da militanti algerini provenienti dai gruppi terroristici che insanguinarono l’Algeria negli anni ’90, come il Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combattimento e il Groupe Islamiste Armee. Lo scontro fra lo stato algerino e i terroristi islamisti si concluse con una fragile intesa: AQIM non avrebbe organizzato attentati in Algeria, lo stato algerino avrebbe chiuso un occhi sulle attività di Aqim nel Sahel, lanciate da basi situate sulle montagne della Cabilia algerina. Al-Qaeda si finanzia con varie attività illegali nel Sahel, dal contrabbando dio droga ai rapimenti per riscatto, e divide parte degli utili con le guardie di frontiera algerine.
Il governo algerino teme che se AQIM venisse cacciato dal Mali, i suoi militanti si riverserebbero in Algeria, creando di nuovo grandi problemi allo stato algerino. Perciò l’Algeria preferisce sacrificare il Mali per la propria sicurezza, impedendo una campagna internazionale per la liberazione del nord del Mali da AQIM.
Gli Stati Uniti capiscono che la destabilizzazione dell'Algeria da parte di AQIM sarebbe ben più grave della destabilizzazione del Mali, ma vorrebbe impedire ad AQIM di rafforzarsi. Washington vorrebbe agire contro al-Qaeda anche per vendicare l’uccisione del proprio ambasciatore in Libia, ma non vuole rischiare che cacciare AQIM dal mali significhi spingerla a spargersi nei paesi vicini.
La Francia vorrebbe un immediato intervento militare in Mali per difendere i propri interessi politici e economici. I governi nella regione del Sahel sono francofoni e filo-francesi. Le miniere di uranio in Niger sono francesi. Inoltre molti giovani francesi di origine magrebina sono presenti nei campi di addestramento di AQIM, e prima o poi andranno a potenziare cellule terroristiche in Francia.
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