Il 20 dicembre 2012 il presidente francese Francois Hollande si è recato in visita in Algeria, ex colonia francese, per stringere accordi in campo economico, militare e agricolo. Insieme ad Hollande erano presenti numerosi uomini d’affari francesi fra cui i dirigenti della Renault, che hanno annunciato la costruzione di uno stabilimento che produrrà 75 mila auto all’anno in Algeria.
L’Algeria, governata per decenni da un regime nazionalista e militare, è stata toccata soltanto di striscio dal terremoto della primavera araba, e attualmente appare il paese più stabile e dinamico del Nord Africa. L’attuale presidente Abdel Aziz Bouteflika ha varato una serie di riforme mirate a riequilibrare i vari apparati dello stato, specialmente esercito e servizi segreti, aprendo – seppur limitatamente – alla società civile.
Dopo la caduta dei regimi in Tunisia, Libia ed Egitto, l’Algeria ha concentrato l’attenzione sull’economia, cercando di attrarre investimenti esteri e decidendo di investire nell’ammodernamento degli impianti si estrazione di gas e petrolio, importante fonte di reddito del paese, per diminuire la disoccupazione.
L’Algeria è uno dei grandi fornitori di gas naturale all’Europa (mappa a fianco) – e fornisce anche gas naturale liquefatto (GNL) alla Francia. Grazie all’ampliamento degli impianti di produzione e stoccaggio di gas, Algeri potrà aumentare le esportazioni di GNL agli altri paesi europei, supplendo al calo di produzione dei giacimenti nel Mare del Nord.
La comunità algerina è la più grande comunità di immigrati in Francia (15% del totale degli immigrati), soprattutto perché gli algerini possono ottenere il visto e accedere allo stato sociale, secondo gli accordi di Evian firmati nel 1962, al momento della fine della guerra franco-algerina. Tuttavia sono tutt’altro che risolti i problemi legati all’integrazione, come hanno chiaramente dimostrato le rivolte del 2005 nelle banlieu.
Data la crisi economica, Parigi non può permettersi di continuare a garantire lo stato sociale alle comunità algerine in rapido aumento: preferisce investire nello sviluppo dell’Algeria per frenare l’ondata di immigrazione e aumentare la richiesta di prodotti francesi in Algeria.
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati