Siria: Curdi e Drusi
si avvicinano al Free Syrian Army

23/02/2013

Un’altra alleanza si è formata contro le truppe alawite ancora fedeli al presidente siriano Bashar al Assad. Dopo alcune settimane di confronto, il 19 febbraio è stato firmato un accordo di collaborazione fra la fazione curda dominante in Siria, quella del PYD o Partito d’Unione Democratica, e gli arabi sunniti che guidano l’Esercito Siriano Libero.

Il Partito d'Unione Democratica ha 10.000 combattenti e un forte sostegno fra i civili. Dall’estate del 2012 fa parte del Supremo Consiglio Curdo, una coalizione di circa 15 gruppi di etnia curda creata per volontà del presidente del Kurdistan iracheno, Barzani . Ciononostante ci sono tensioni fra l’Unione Democratica e gli altri gruppi della coalizione curda. In quanto al Free Syrian Army (Esercito Siriano Libero), il PYD ha sempre impedito con le armi i loro tentativi di entrare in territorio curdo. Ora il gruppo ha preso la decisione strategica di collaborare alla spallata finale contro Assad, ma è probabile che l’accordo con l'Esercito Siriano Libero sia di breve durata. Il Partito d’Unione Democratica vuole preservare le forze per il conflitto che sicuramente avverrà dopo la caduta di Assad, in cui i curdi e le altre minoranze diventeranno avversari degli arabi sunniti.

Lo stesso hanno deciso di fare i Drusi, che recentemente hanno formato un battaglione druso che affianca il Free Syrian Army. È una decisione mirata a difendere il territorio druso da possibili devastazioni, dato che è proprio sulla via che i ribelli percorrono per attaccare Damasco da sud.  

Sia i Curdi sia i Drusi temono la costituzione di un regime sunnita in Siria, che potrebbe toglier loro diritti e influenza. Ma ora preferiscono dissociarsi da Assad, ormai destinato a cadere.

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