Pechino e Mosca stanno per firmare un accordo per la fornitura annua di 38 miliardi di metri cubi di gas naturale russo alla Cina a partire dal 2015. Si tratta soltanto del 30% del consumo di gas naturale cinese, ma di ben il 90% delle sue importazioni attuali.
Così la Cina ridurrà la propria dipendenza dalle rotte marittime per importare energia. Nel caso – improbabile ma non impensabile − di una guerra tra la Cina, il Giappone e gli Stati Uniti, le rotte marittime cinesi potrebbero essere bloccate con facilità al livello delle isole Ryukyu, o nello stretto di Luzon o in quello di Malacca. Dato che circa l’85% delle importazioni cinesi arriva via mare, un blocco del genere paralizzerebbe la Cina. Per rimediare a questo blocco strategico la Cina deve avere linee di rifornimento via terra verso la Russia, l’Asia centrale e l’Iran.
Il desiderio della Cina di ampliare l’approvvigionamento energetico terrestre riflette anche gli sforzi del Partito Comunista di industrializzare la parte interna del paese, densamente popolata e fortemente agricola. Per Pechino sviluppare quest’area è un imperativo geopolitico. Ma costruire e sostenere una base industriale interna richiederà enormi quantità di energia. Pechino sa che le forniture di petrolio e gas naturale via terra (o dal Myanmar attraverso la provincia dello Yunnan o dall’Asia centrale e dalla Russia) costituiscono solo una parte del mix energetico necessario allo sviluppo dell’entroterra cinese. Ma è meglio di niente, soprattutto se Pechino è in grado di collegare queste forniture alla sua rete nazionale di gasdotti, avendo così la possibilità di indirizzarle anche verso la costa.
Nel corso degli ultimi cinque anni Pechino si è adoperata per sviluppare le risorse energetiche della parte centrale, occidentale e nord-occidentale del paese. Questo processo ha comportato il trasferimento della produzione di carbone dalle zone costiere alla Mongolia interna e alle regioni limitrofe, così come i tentativi di estrarre gas da scisti nella provincia di Sichuan. L’accordo con la Russia è un passo importante all’interno di questa politica.
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