Egitto: l'esercito
sostituisce la polizia?

18/03/2013

Dall’inizio del 2011 l’Egitto ha visto un gran numero di proteste, cui a ottobre 2011 si sono aggiunte quelle degli agenti di polizia. Si è trattato di proteste ampie e di breve durata, per chiedere migliori condizioni di lavoro e più stipendio. 

Nel corso del 2012 sino stati ventilati scioperi, ma il primo è stato realizzato a febbraio 2013, quando centinaia di poliziotti hanno protestato perché ritenevano di essere adoperati come strumenti della politica. Durante le proteste le sedi del Ministero degli Interni sono state chiuse in sette capoluoghi di provincia. Membri delle Central Security Forces (forze paramilitari egiziane di sostegno alle forze di polizia) si sono uniti ai sit-in degli agenti. Oltre a migliori condizioni di lavoro gli ufficiali delle Security Forces chiedono armi per la truppa, giustizia per gli agenti uccisi negli scontri, più indennità e le dimissioni del Ministro degli Interni Mansour el-Essawy.

Attualmente centinaia di agenti di polizia e delle forze di sicurezza stanno portando avanti sit-in nel Sinai settentrionale, lungo il canale di Suez, a Mansoura, ad Alessandria e a Port Said. Questo contribuisce ad aumentare l’instabilità e l’anarchia. In alcune aree del paese i poliziotti in sciopero hanno ripreso a lavorare l’11 marzo, a patto di non essere mandati a reprimere  manifestazioni.

Così è stato chiesto ai militari dell’esercito di agire al posto della polizia. L’8 marzo lo sciopero dei poliziotti ha costretto l’esercito ad assumere il controllo della sicurezza a Port Said. Il compito principale dei militari prima di questa situazione consisteva nel proteggere le principali installazioni governative. Non è chiaro come i militari gestiranno la sgradita responsabilità di essere usati come sostenitori del governo.

Gli attuali scioperi di polizia aumentano le difficoltà dell’alleanza tra militari e Fratelli Musulmani e del governo stesso. Il sistema politico può far poco per stabilizzare la situazione senza l’appoggio diretto dei militari. In seguito a un comunicato dell’11 marzo, proveniente dall’ufficio del procuratore generale, che invitava i cittadini di condurre arresti di civili, i gruppi politici d’opposizione e i Salafiti si sono dichiarati disposti ad organizzarsi per sostituire i poliziotti nei quartieri.  Affermazione contestata dai militari, i quali hanno detto che non tollereranno la creazione di “milizie private”.

Non c’è nessuna soluzione facile ai problemi del Cairo. La crisi economica perdura. Senza riforma economica, l’instabilità interna è destinata a proseguire. Alla fine potrebbe essere davvero necessario un intervento dell’esercito, vista l’assenza delle forze dell’ordine. I militari egiziani cercheranno fino all’ultimo di evitare lo scontro diretto con i dimostranti, ma potrebbero presto essere costretti ad intervenire.

 

Lascia un commento

Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!

Accedi

Non sei ancora registrato?

Registrati

I vostri commenti

Per questo articolo non sono presenti commenti.