Brasile, Russia, India, China e Sudafrica (i BRICS) stanno cercando un accordo per la creazione di un’istituzione finanziaria comune che svolga la funzione di Banca Mondiale e di Fondo Monetario Internazionale: effettuare investimenti, correggere i disequilibri della bilancia commerciale dei paesi in crisi, nonché rafforzare il ruolo dei BRICS a livello internazionale a spese delle potenze occidentali.
Non è il primo tentativo al mondo di svincolarsi dall’architettura finanziaria occidentale: i paesi dell’ASEAN – Giappone, Cina a Corea del Sud – ad esempio nel 2012 hanno già dato vita alla Chang Mai Initiative per effettuare scambi valutari fra i paesi membri – lo stesso fanno Brasile e Cina da marzo 2013. La nascita di un’istituzione finanziaria autonoma permetterebbe a Cina e Russia, paesi ricchi di riserve monetarie, di aver più influenza sui paesi limitrofi, che sono ancora costretti a rivolgersi alle grandi istituzioni dominate dall’Occidente per ottenere aiuto.
L’attuale sistema economico globale è nato a Bretton Woods nel 1944. Strada facendo alcuni tratti sono stati abbandonati, ad esempio il tallone aureo del dollaro in quanto valuta di riserva, ma i cardini (l’abbattimento della barriere commerciali, l’attenzione all’industria, il controllo della stabilità monetaria) sono rimasti pressoché invariati. L’architettura di Bretton Woods era stata studiata per legare agli USA tutti i paesi occidentali durante la Guerra Fredda.
Le due principali istituzioni finanziarie nate a Bretton Woods, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, negli ultimi anni hanno visto un calo di popolarità a causa della cattiva gestione di alcune crisi internazionali – e alcuni paesi considerano negativamente il fatto che gli USA e le potenze atlantiche detengano la maggioranza dei voti nel FMI (immagine a lato), ai cui vertici siede per tradizione un Europeo (oggi Christine Lagarde).
L’attuale sistema economico è stato costruito attorno agli USA in un’epoca in cui soltanto Washington aveva i mezzi per stabilizzare le economie dei paesi alleati; ora l’ascesa di nuove potenze (i BRICS, Indonesia, Messico) richiede una revisione del sistema finanziario internazionale, soprattutto dopo la crisi economica europea, di cui non si vede ancora la fine.
Gli USA sono ancora la potenza dominante a livello mondiale, ma sono economicamente più fragili che in passato: la loro stabilità economica dipende largamente dalla stabilità monetaria, che a sua volta dipende dal fatto che le altre nazioni usino il dollaro come moneta di riserva e come valuta di scambio per le materie prime. Se calasse la richiesta internazionale di dollari, in favore dell’uso massiccio di altre valute per gli scambi internazionali (ad esempio l’euro), gli USA dovrebbero rivedere drasticamente il proprio sistema finanziario ed economico, e perderebbero uno strumento importante di egemonia internazionale. L’attuale mossa dei BRICS va in questa direzione, e può mettere in crisi le istituzioni finanziarie occidentali, con ripercussioni potenzialmente gravi.
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