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La crescita della presenza cinese in America Latina rivela una strategia simile a quella perseguita in altre regioni, e punta a soddisfare tre bisogni primari: reperire materie prime all’estero per alimentare la crescita economica in patria, indurre gli altri paesi a riconoscere soltanto la Repubblica Popolare Cinese e non Taiwan, cioè la Repubblica di Cina, e aprire nuovi mercati per merci e tecnologie cinesi.
Nell’America Centrale, priva di risorse ed egemonizzata dagli USA, la Cina adotta anche altre strategie. Ha interesse, ad esempio, nel progetto di costruzione di una via di transito alternativa al Canale di Panama (mappa a lato). Da più di un secolo si parla di costruire un canale in Nicaragua, per collegare il Mar dei Caraibi all’Oceano Pacifico. A giugno il governo del Nicaragua ha approvato la proposta di un’impresa con sede a Hong Kong, che propone di costruire il canale per 40 miliardi di dollari. Secondo quanto dichiarato dal proprietario dell’impresa, i lavori inizierebbero nel 2014 e terminerebbero nel 2020. Attraverso il canale – lungo 286 kilometri – potrebbero transitare navi di grande portata. Altre imprese private cinesi si sono dette interessate a studiare la fattibilità di una ferrovia per collegare la costa caraibica a quella pacifica in Honduras e in Colombia, che è un’altra possibilità di trasporto alternativa al Canale di Panama.
Ma gli obiettivi cinesi rimangono gli stessi: il riconoscimento internazionale della Repubblica Popolare Cinese e l’espansione del commercio. Nel 2007, ad esempio, la Cina ha invitato il Costa Rica a espellere i diplomatici taiwanesi e a riconoscere soltanto la Repubblica Popolare Cinese, in cambio di aiuti per 130 milioni di dollari e dell’acquisto di obbligazioni statali costaricane per 300 milioni di dollari. La relativa povertà dei paesi centramericani e la mancanza di infrastrutture rende ben disposti i leader della regione a riconoscere la Repubblica Popolare Cinese in cambio di aiuti finanziari. La Cina ha incrementato la sua presenza in America Centrale più di quanto abbia fatto Taiwan, soprattutto in materia di esportazioni.
Le autorità americane non vedono di buon occhio un eccessivo impegno cinese in America Centrale. Investimenti cinesi in importanti opere pubbliche – come il Canale di Nicaragua – nel lungo termine potrebbero causare problemi politici a Washington.
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