Secondo Yoram Hazony (the Philosophy of Hebrew Scriptures, Cambridge University Press), la Bibbia può essere letta come il primo trattato di filosofia morale e politica della storia.
Una delle lezioni che la Bibbia ci impartisce, secondo Hazony, è che nessun personaggio della storia è mai del tutto positivo o del tutto negativo, ma Dio preferisce sempre esplicitamente coloro che si mettono alla prova, che sperimentano e ardiscono, non quelli che obbediscono a testa bassa.
Giacobbe viene azzoppato durante la lotta con l’Angelo, ma ha lottato tutta la notte senza cedere e per questo viene premiato con l’annuncio che i suoi discendenti saranno numerosi e diventeranno una nazione. Eppure Giacobbe non era mai stato un modello di obbedienza e di virtù, per raggiungere i propri scopi aveva anche abbindolato il primogenito Esaù e il padre – ma Dio riconosce e premia in terra la sua intraprendenza, il suo coraggio.
Caino è un gran lavoratore che obbedisce all’ingiunzione divina di coltivare la terra col sudore della fronte, il fratello Abele invece non lavora la terra, preferisce la vita autonoma e libera del pastore. Dio preferisce esplicitamente Abele. Caino pazzo d’invidia uccide Abele, e Dio non permette che Caino venga ucciso a sua volta. Per questo solo Caino ha discendenti (noi saremmo perciò figli di Caino), mentre Abele muore senza discendenti – ma la Bibbia ci dice che Dio avrebbe esplicitamente preferito Abele, dal carattere indipendente. Permettendo a Caino di diventare progenitore dell’umanità, Dio sembra riconoscere valore alla forza della sua reazione, benché sia assassina. Dio non amava le sue offerte di agricoltore laborioso, ma lo salva dalle conseguenze dell’assassinio e gli permette un’ampia discendenza.
Molte altre storie della Bibbia ripropongono lo stesso tema, che può essere argomento di un vasto dibattito su libertà, legalità e diritto, obbedienza e disobbedienza.
Yoram Hazony in persona presenta il suo libro in un bel video visionabile in testa all'articolo.
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