Il Tagikistan è un paese privo di sbocchi al mare e quasi interamente montuoso, ad eccezione della piccola striscia pianeggiante nella valle di Fergana, valle condivisa con Kirghizistan e Uzbekistan.
La popolazione è composta principalmente da Tagiki, con una grossa minoranza di Uzbeki – che rappresentano un quarto della popolazione – e con altri gruppi etnici minori (vedi mappa della composizione etnica a lato).
Il Tagikistan ha vissuto una drammatica guerra civile fra il 1992 e il 1997, che ha causato la fuga di 1/10 della popolazione e la morte di circa 50.000 persone. Allora i clan islamisti delle regioni centrali e settentrionali imbracciarono le armi contro il presidente, alleato con clan del Nord e dell’Ovest del paese e sostenuto dai Russi. Anche oggi il Tagikistan è tutt’altro che unito, e il governo deve costantemente gestire gli equilibri interni per evitare che scoppino nuove violenze.
In Tagikistan esiste tuttora un movimento islamico militante che intrattiene legami con i ribelli afgani, e spesso non è facile fare distinzioni fra jihadisti e clan regionali, che hanno intessuto stretti legami nel corso degli anni.
Economia
Il Tagikistan, già svantaggiato sul piano geografico, non si è mai ripreso dalla guerra civile, ed è tuttora il paese più povero dell’Asia centrale. Oltre la metà del PIL proviene dalle rimesse dagli emigranti – in particolare dalla Russia – e la recessione iniziata nel 2009 ha causato grave danno all’economia.
Il paese è fortemente dipendente dalle importazioni di gas e petrolio, ed è per questo molto vulnerabile agli shock energetici internazionali; tuttavia dispone di una grande risorsa naturale che manca negli altri paesi circostanti: l’acqua. L’interesse per le risorse idriche del paese da parte dei paesi circostanti rischia di aggiungere un’ulteriore elemento di instabilità in un panorama già molto instabile.
I rapporti con la Russia.
Il Tagikistan non rappresenta certamente un pericolo per la Russia, che ha ben sei basi militari nel paese. Tuttavia Dushanbe non è del tutto accomodante con il Cremlino, e potrebbe incorrere nelle ire di Mosca. In caso di aperta ostilità da parte del governo tagiko, la Russia potrebbe facilmente servirsi dei servizi segreti locali – con cui intrattiene legami dall’epoca sovietica – per stringere alleanze con i clan regionali e rimodellare l’ambiente politico del paese a proprio favore. Mosca continua a fornire assistenza economica e militare al Tagikistan, mirata ad evitare il ‘contagio’ della guerriglia afgana, specialmente dopo il ritiro delle forze della NATO nel 2014.
Negli ultimi anni Dushanbe ha moltiplicato i contatti con la Cina, che ha offerto aiuto nella costruzione di strade, tunnel e centrali elettriche, ottenendo in cambio il diritto a esplorare i giacimenti di gas e di oro del paese.
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