Il 17 luglio la Kyrgyzgaz – impresa energetica del Kirghizistan – ha annunciato che tutte le sue azioni verranno rilevate dalla Gazprom, per la cifra simbolica di un dollaro. Gazprom però pagherà tutti i debiti della Kyrgyzgaz, che ammontano a 40 milioni di dollari.
Il Kirghizistan si trova in difficoltà economica dal 1991, quando dichiarò l’indipendenza dall’Unione Sovietica. Il paese dipende completamente dai vicini – in particolare da Uzbekistan, Kazakistan e Russia – per le fornitura di petrolio e gas naturale, che talvolta non riesce a pagare. Di conseguenza le forniture vengono sospese, e ci sono continui blackout.
Il Kirghizistan è ricco di risorse idriche e ha cercato di sfruttarle per produrre energia, ma altri paesi dell’Asia Centrale che attingono alle stesse risorse si sono opposti ai progetti di costruzione di centrali idroelettriche.
Il Kirghizistan è una delle ex repubbliche sovietiche in cui la Russia ha ancora un ruolo preponderante. Mosca controlla molte imprese nel settore energetico, finanziario e infrastrutturale. Le rimesse dei lavoratori kirghisi emigrati in Russia rappresentano il 30% del PIL.
Il Kirghizistan ha chiesto di entrare a far parte dell’Unione Doganale Eurasiatica, di cui fanno già parte Bielorussia, Russia e Kazakistan, e verrà probabilmente accettato nel 2014, alla vigilia della fondazione dell’Unione Eurasiatica, prevista per il 2015.
L’acquisizione di Kyrgyzgaz rafforza la grande influenza che la Russia esercita sul Kirghizistan. Gazprom avrà l’esclusiva di fornitura di gas naturale e sarà garantita contro il pericolo di espropriazione o nazionalizzazione.
La Russia è presente in Kirghizistan anche militarmente: la base aerea di Kant, vicino a Bishkek, è un importante avamposto russo in Asia Centrale. Invece il governo kirghiso ha deciso che non rinnoverà il permesso per la base aerea di Manas, strategico avamposto americano a 50 kilometri da Bishkek.
Il Kirghizistan è un paese instabile: ha vissuto due rivoluzioni negli ultimi otto anni e lungo i suoi confini continuano a verificarsi scontri. Sono particolarmente tese le relazioni con l’Uzbekistan: nel 2010 si erano verificati gravi episodi di violenza a sfondo etnico lungo il confine, che non sono ancora del tutto cessati.
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