Gilles Kepel vuole analizzare il sistema dottrinale prodotto da ciò che si chiama al-Qaeda, dai testi disponibili ovvero dichiarazioni teletrasmesse, o testi che circolano sulla rete e attribuiti a quattro autori, la cui risultante produce al-Qaeda in quanto visione del mondo e movimento: Bin Laden,’Abdallah ‘Azzam, Ayman al-Zawahiri e Abu Mu’sab al-Zarquawi . La diffusione digitale di questi testi contrasta fortemente con i costanti riferimenti a testi medievali.
In questa letteratura la storia non è che la ripetizione all’infinito d’uno stesso racconto: la comparsa del Profeta e l’avvento dell’Islam’ dice Kepel. ‘Ogni generazione deve rimettersi al compito di quel proselitismo incompiuto. Riprendendo per questo il jihad delle origini contro un nemico proteiforme, che il discorso di al-Queda riporta alle caratteristiche del nemico originario, immateriale’. Come succede in ogni operazione di costruzione del nemico da parte di ogni ideologia totalitaria.
L’operazione di al-Qaeda sul piano ideologico è ‘un colpo di mano…il cui obiettivo è di impadronirsi dei riferimenti islamici e terrorizzare gli avversari all’interno stesso del campo religioso musulmano moderno. Lo spazio dello scontro qui… è quello della rete di internet’.
Ma la parte più interessante del libro sono le biografie dei 4 teorici di al-Qaeda: le loro storie, pur diverse, sono state tutte segnate in modo determinante dalla predicazione dei Fratelli Musulmani e dall’esaltante guerra vittoriosa contro i Sovietici in Afghanistan.
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