L’ISIS è un movimento jihadista sunnita nato in Iraq all’indomani dell’invasione americana (2003). Nel corso degli anni ha mutato più volte nome – da ‘al Qaeda in Iraq’ a ‘Stato Islamico dell’Iraq’ a ‘Stato Islamico dell’Iraq e dello Sham’ – senza mai rinunciare all’uso di metodi particolarmente brutali e violenti, che hanno alienato le simpatie di larga parte della popolazione.
Dopo la morte del suo leader Abu Musab al-Zarqawi, il gruppo ha gradualmente perso importanza fino al 2011. Ma il progressivo ritiro delle truppe americane ha permesso all’ISIS, guidato ora da Abu Bakr al-Baghdadi, di riprendere le attività.
L’ISIS – nome assunto dopo lo scoppio della guerra civile in Siria – ha approfittato dell’instabilità per infiltrare le proprie “truppe” in Siria, riuscendo ad attirare molti jihadisti locali e internazionali e installando in loco cellule organizzative per dirigere le operazioni in modo più efficace. La struttura dell’ISIS è altamente decentralizzata: ogni unità di combattimento fa riferimento a un emiro nominato dall’alto, responsabile di una certa città o regione, che gode di un largo margine di autonomia. La propaganda e l’elaborazione della strategia sono comunque prerogativa di al-Baghdadi, che ha sempre l’ultima parola su tutte le operazioni – tant’è che in passato ha punito duramente gli elementi che non rispettavano le regole, come i Mujaheddin del Caucaso nello Sham.
L’ISIS combatte su più fronti contro tanti diversi nemici: contro Assad, contro le forze curde e contro i gruppi ribelli laici appoggiati dall’Occidente. Recentemente ha addirittura rotto con la struttura di comando di al Qaeda. Ora sembra intenzionato ad aprire un nuovo fronte con la Turchia: di recente ha inviato propri miliziani in territorio turco per tentar di impedire la chiusura dei posti di frontiera da parte delle autorità turche.
Il confine fra Turchia e Siria è lungo e poroso. Inoltre finora Ankara, pur avendo chiuso i posti di frontiera vicini alle postazioni dell’ISIS nel nord della Siria, continua a tollerare – consapevolmente – il contrabbando di armi dirette ai ribelli che lottano contro Assad, attraverso percorsi che potrebbero ora entrare nel mirino dell’ISIS.
Facendo il passo più lungo della gamba e aprendo un nuovo fronte, l’ISIS potrebbe incappare nell’ira dei Turchi, che potrebbero ricorrere alle maniere forti per spazzarlo via dalla scena – con l’appoggio dell’Occidente, sempre più preoccupato della crescente presenza di gruppi jihadisti a fianco dei ribelli siriani.
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati