La storia dell’umanità è sempre stata determinata molto più dalle tecnologie che dalle ideologie, anche se le nostre scuole ancora narrano la storia come l’evoluzione di diverse forme di società e di pensiero, tralasciando quasi sempre il ruolo che le tecnologie hanno avuto nella trasformazione di lungo periodo delle società e delle istituzioni.
Quale sarà il passo avanti tecnologico che potrebbe far uscire le società occidentali dall’attuale impasse economica e sociale? Molti credono che sarà lo sviluppo di batterie capaci di immagazzinare rapidamente e in modo stabile grandi quantità di energia, utilizzabili da chiunque con facilità. Con simili batterie sarebbe possibile sviluppare reti di rifornimento alternative ai distributori di benzina, per esempio, e sarebbe possibile pensare all’utilizzo su vasta scala di schiere di robot per uso domestico quotidiano. Il paese più impegnato nella ricerca di super-batterie e nello sviluppo di robot per uso domestico quotidiano è il Giappone.
Il Giappone è il leader mondiale nella tecnologia robotica innanzitutto per necessità. Ha una popolazione sempre più vecchia, una forza lavoro in calo: per riprendere a crescere ha bisogno di lavoratori stranieri e/o di robot. Già oggi il Giappone è il maggiore utilizzatore globale di robot industriali, con 300 000 unità che operano nel settore manifatturiero, nelle industrie elettroniche e in quelle automobilistiche. Con un ulteriore sviluppo della tecnologia robotica, i robot potrebbero anche occuparsi dei bambini, permettendo alle madri di tornare più rapidamente a lavorare. In questo modo − nonostante la condizione demografica sfavorevole − il Giappone potrebbe contrastare il declino demografico e mantenere un alto livello di sviluppo e di benessere. Inoltre la tecnologia robotica potrebbe diventare una nuova voce delle esportazioni del paese.
Ma una forza lavoro fatta di robot richiede un’enorme disponibilità di energia a prezzi contenuti. Per risolvere il problema occorre migliorare la tecnologia delle batterie, in particolar modo aumentandone di molto la velocità e la capacità di carica. Nel luglio scorso un gruppo di aziende del Regno Unito ha lanciato un progetto pilota per costruire una batteria con capacità di 6 megawatt. Si tratta di una quantità modesta rispetto alla capacità delle centrali elettriche, che erogano centinaia di megawatt, ma si tratta comunque di un passo in avanti importante.
Se si riduce lo spazio fisico necessario per immagazzinare una certa quantità di energia, si riducono anche le dimensioni e il peso delle batterie, che perciò potrebbero trovare molte nuove applicazioni, permettendo l’impiego di tecnologie sofisticate anche in luoghi remoti.
Se le nuove super-batterie permettessero di sostituire gli idrocarburi con fonti di energia rinnovabile, non soltanto renderebbero utilizzabili i robot su vasta scala, ma cambierebbero sostanzialmente le dinamiche energetiche di lungo periodo e i rapporti geopolitici in tutto il mondo.
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