Perché per millenni le civiltà fiorirono essenzialmente nel continente eurasiatico? La geostoria è la disciplina che tenta di trovare la risposta.
La civiltà agricola si sviluppò in modo autonomo nella Mezzaluna Fertile intorno all’11.000 a.C., in Cina circa nel 7.500 a.C. Alcuni millenni più tardi anche in altre aree di Asia ed Europa. Dunque sempre nel continente eurasiatico. Soltanto molto più tardi sorsero le prime civiltà agricole in altri continenti, ma ebbero poco sviluppo. Perché?
Su centoquarantotto specie di mammiferi di taglia media e grande, soltanto quattordici sono addomesticabili. Di queste, tredici si trovano in Europa. Solo cinque di queste costituiscono la base dell’allevamento. Nessuna di queste cinque era presente originariamente negli altri continenti. E anche la varietà dei cereali degli altri continenti era limitata.
Ma il maggiore ostacolo alla diffusione dell’agricoltura negli altri continenti fu il loro orientamento. Lo sviluppo dell’agricoltura - e quindi della civiltà - avviene rapidamente all’interno delle stesse fasce climatiche d’origine, perciò in direzione Est-Ovest. Molto più lenta è invece la diffusione della civiltà lungo l’asse Nord-Sud. L’agricoltura si diffonde nelle zone temperate lungo l’asse Est Ovest, dove il clima è abbastanza costante perché i semi, gli animali e le persone si ambientino facilmente, pur migrando, e perché si possano usare le stesse tecniche di coltivazione e di allevamento. La diffusione delle colture lungo l’asse Nord-Sud è invece molto più lenta e difficile. Il clima e il terreno cambiano notevolmente, ed è impossibile coltivare le stesse piante e allevare gli stessi animali. Anche agli uomini è difficile adattarsi a climi estremi. Inoltre il passaggio dall’America del Nord all’America del Sud fu fortemente ostacolato sia dalla ristrettezza dell’istmo centrale, sia dalla grande Foresta Amazzonica.
Se confrontiamo la facilità di diffusione dell’agricoltura in Eurasia con le difficoltà incontrate in Africa capiamo l’importanza dell’orientamento dei continenti. Dalla Mezzaluna Fertile l’agricoltura raggiunse l’Etiopia, ma qui si fermò. Il Sudafrica, con il suo clima mediterraneo, sarebbe stato un luogo ideale di approdo, ma era separato dall’Etiopia da una barriera di 3500 chilometri di foreste tropicali.
Un’altra ragione per cui gli Amerindi, gli Aborigeni e gli Africani tardarono tanto a sviluppare l’agricoltura, fu la demografia: nel Nord America e in Africa il territorio era vasto e fertile, la popolazione poco numerosa, perciò poteva sopravvivere raccogliendo e cacciando, senza ingegnarsi a coltivare.
L’alta densità demografica dei popoli d’Europa e dell’Asia provocò nel tempo anche un altro vantaggio evolutivo: vivendo per secoli in società contigue con interscambi frequenti, i popoli eurasiatici furono colpiti da ondate di malattie infettive a carattere epidemico, molte delle quali incubate e trasmesse dagli animali addomesticati: morbillo, tubercolosi, vaiolo, influenza, pertosse, malaria. Però gli Europei e gli Asiatici che sopravvissero svilupparono una forte resistenza a tutte queste malattie. Invece le popolazioni degli altri continenti, che non avevano conosciuto grandi epidemie, vennero decimate dalle malattie infettive quando entrarono in contatto con le popolazioni europee e asiatiche e con gli animali domestici portati dall’Eurasia. La tragedia delle epidemie si trasformò alla lunga in un vantaggio.
Così avvenne che le Americhe e l’Africa divennero luogo di espansione delle civiltà europee e asiatiche, cui le civiltà locali non ebbero la forza di opporsi.
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