Viaggio nel cuore
della Resistenza Iraniana

12/03/2014

Con il ritiro della NATO e degli USA dall’Iraq, e con l’apertura del dialogo con l’Iran, i gruppi della resistenza iraniana che hanno collaborato in modo eccellente con i servizi di sicurezza dell’Occidente per monitorare il programma nucleare iraniano e per fornire altri tipi di intelligence dall’Iran sono stati abbandonati ad un destino di persecuzione e di morte. 

Un esempio che ci riguarda: il governo italiano si è impegnato nel 2012 ad accogliere 100 oppositori iraniani in esilio in Iraq, che avevano bisogno di cure mediche urgenti e di un nuovo paese ospite perché in Iraq la loro vita era ormai in pericolo. La disponibilità teorica non l’abbiamo ritirata, ma abbiamo frapposto lentezze e ostacoli burocratici tali, probabilmente per timore di dispiacere all’Iran, che dopo i primi quattro feriti arrivati a Roma subito dopo la firma dell’impegno non abbiamo accolto più nessuno.

Ora la Resistenza Iraniana in Esilio, che ha sede internazionale a Parigi, è riuscita ad organizzare un centro di accoglienza in Albania, che ha accolto i primi 200 profughi dall’Iraq, di cui purtroppo 3 non sono riusciti a sopravvivere, perché le cure mediche di cui avevano urgente bisogno sono arrivate troppo tardi.

Il nostro Davide Meinero l’ha visitato e ha scritto un reportage che vi invitiamo a leggere cliccando qui

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