Gli oligarchi ucraini
e il futuro di Kiev

29/05/2014

Rinat Akhmetov è l’uomo più ricco d’Ucraina e il più potente oligarca della regione industriale orientale. La crescente violenza degli scontri tra le forze di sicurezza ucraine e i separatisti filorussi sta facendo acquisire ad Akhmetov un ruolo sempre più rilevante, data la sua influenza nell’Ucraina orientale e i suoi rapporti d’affari sia con il governo ucraino che con quello russo. Il governo ucraino ha dato il via a operazioni antiterrorismo contro i separatisti che hanno occupato edifici pubblici in città delle regioni di Donetsk e Luhansk. La seconda settimana di maggio sono scoppiati scontri anche a Mariupol, citta chiave della zona industriale di Donetsk dove sono concentrate le acciaierie e le miniere di Akhmetov. Negli scontri tra le forze di sicurezza ucraine e i gruppi ribelli sono morte molte decine di persone, fra cui molti civili non coinvolti direttamente nei combattimenti, incluso il nostro fotoreporter Andrea Rocchelli.

Akhmetov finanziava e dava appoggio politico all’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich. Dopo la cacciata di Yanukovich, Akhmetov si è impegnato a collaborare con il nuovo governo ucraino, ha sostenuto la necessità di una decentralizzazione e suggerito di dare maggiori poteri alle regioni. Si è inoltre offerto come intermediario tra i filorussi dell'Ucraina orientale e il governo centrale. Il clima sempre più violento che si è venuto a creare nelle regioni orientali del paese minaccia direttamente i suoi interessi economici e le sue industrie, costringendolo a opporsi con più fermezza ai separatisti. Per farlo, dopo gli scontri a Mariupol Akhmetov ha annunciato la creazione di pattuglie di sicurezza formate dai suoi lavoratori, attive nella città e nei dintorni. Akhmetov ha invitato i suoi dipendenti a manifestare pacificamente finché i separatisti non avranno liberato gli edifici occupati. Secondo la Metinvest, di proprietà di Akhmetov, le ronde civiche di Mariupol sarebbero formate da più di 18000 persone − tra cui lavoratori dell’acciaio, minatori e leader locali − e sarebbero gestite in collaborazione con la polizia locale. Questo successo è però limitato alla città di Mariupol e alle sue immediate vicinanze, mentre nelle roccaforti dei separatisti, come Slovyansk e Kramatorsk, gli scontri continuano. I filorussi di Donetsk sono diventati molto ostili a Akhmetov.

Quale è la posizione della Russia rispetto a Akhmetov? Akhmetov vantava stretti legami con Mosca, vecchi di decenni; ma la Russia si è espressa a favore di un’Ucraina federale, cui Akhmetov invece si è opposto. La Russia e Akhmetov condividono alcuni importanti obiettivi. Entrambi vorrebbero mantenere gli stretti legami economici esistenti tra Russia e Ucraina, specie nell’est industrializzato del paese, che è fortemente integrato nel tessuto industriale e infrastrutturale russo. Entrambi vorrebbero evitare che l’Ucraina guardasse troppo a occidente: la Russia per questioni geopolitiche e Akhmetov per tutelare i propri interessi economici. Sono in disaccordo circa l’ipotesi di fare dell’Ucraina uno stato federale, ma per Mosca la vera priorità è un’altra: fare in modo che il governo di Kiev continui a essere fragile e non si avvicini ulteriormente all'Occidente. Mosca e Akhmetov dovranno agire con cautela, considerando anche l’incognita della posizione dell’Occidente e delle azioni dei separatisti isolati, sui quali la Russia ha scarso controllo. Tuttavia è certo che Akhmetov e gli altri potenti oligarchi continueranno ad avere un ruolo fondamentale nel delineare il futuro politico dell’Ucraina.

 





 





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