Il ruolo dell'opinione pubblica
e le scelte di Putin

08/08/2014

È difficile fare previsioni sulle future mosse del leader del Cremlino in Ucraina. È certo che prima di effettuare qualsiasi scelta si confronterà con l’opinione pubblica interna, senza perder d’occhio la situazione nei paesi della periferia. 

In questo momento Putin è in difficoltà: le forze di sicurezza ucraine stanno lentamente riconquistando le porzioni di territorio occupate dai separatisti e - peggio ancora – la situazione economica interna sta rapidamente peggiorando, e le sanzioni hanno causato una fuga di capitali tale da far tremare il sistema bancario russo.

Ma come uscire dall’impasse? Putin potrebbe decidere di cambiare la percezione del conflitto ribaltando la situazione sul terreno, passando dalla difesa all’attacco – potrebbe ad esempio aiutare i separatisti a infierire una sonora sconfitta alle forze di sicurezza ucraine spingendo la comunità internazionale a interrogarsi sulle reali capacità di controllo del territorio dell’attuale governo di Kiev.

Un passo mostra l’intenzione di non cedere il terreno: a fine luglio il capo separatista di Donetsk, Alexander Borodai, si è recato a Mosca ed ha nominato come suo vice Vladimir Antyufeyev, cittadino russo legato agli apparati di sicurezza, già capo dei servizi di sicurezza nella Transnistria filo-russa, esautorando il suo vice ufficiale, che è un cittadino ucraino. È l’ennesimo di una lunga serie di episodi che hanno visto cittadini russi legati agli apparati di sicurezza sostituirsi agli abitanti di Donetsk nell’organizzare e guidare il conflitto con l’esercito ucraino. La guerriglia locale è sempre più uno scontro fra forze di sicurezza russe ed esercito ucraino che una vera e propria insurrezione.

Gli USA sembrano voler incalzare i Russi, specialmente dopo gli smacchi dell’ultimo anno – dalla vicenda Snowden alla Siria. Ma al di là di tutto la palla è nelle mani degli Ucraini: la fazione filoccidentale ha una sola possibilità per mostrare al mondo di poter vincere, e cercherà di non lasciarsela sfuggire.

Putin dal canto suo deve tener conto anche della situazione interna, dato che l’opinione pubblica russa non sembra apprezzare le sue mosse in Ucraina. In un recente sondaggio del 21 luglio (4 giorni dopo l’abbattimento dell’aereo di linea della Malaysian Airlines) realizzato da Levada, agenzia considerata imparziale anche dai paesi occidentali, emergono alcune informazioni degne di nota.

Il pilastro fondamentale della Dottrina per la Sicurezza Nazionale Russa del 2010 prevede l’intervento dell’esercito nei paesi alla periferia – dai Paesi baltici al Caucaso all’Asia centrale – qualora le minoranze russe siano minacciate. Ma secondo i sondaggi il sostegno dei cittadini russi a questa politica è sceso del 15% rispetto al marzo scorso.

E questo vale anche nel caso dell’Ucraina: i dati mostrano infatti che la maggior parte della popolazione russa non è favorevole a un intervento diretto in Ucraina, e la metà è contraria anche solo a fornire assistenza tecnica e militare ai separatisti filorussi.

Le preoccupazioni della Bielorussia

Il presidente bielorusso Lukashenko cerca di svolgere il ruolo di mediatore fra Kiev e Mosca nell’attuale crisi ucraina. Lukashenko percepisce le difficoltà di Putin. Offrendo di mediare fra i due contendenti spera di ritagliarsi un ruolo imparziale e mettersi al riparo per il momento in cui il leader russo uscirà di scena.

La Bielorussia, al confine fra Europa e Russia, è considerata “l’ultima dittatura d’Europa”. Il presidente in carica governa il paese con il pugno di ferro dai primi anni ’90, i membri dell’opposizione vengono sistematicamente presi di mira e incarcerati, e spesso i movimenti anti-governativi sono stati costretti a fuggire e a riorganizzarsi all’estero – di solito in Polonia o Lituania, dove godono dell’appoggio dei rispettivi governi.

La Bielorussia è saldamente legata alla Russia:

·      fa parte dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva – l’antagonista della NATO guidato da Mosca;

·      fa parte dell’Unione Doganale con Russia e Kazakistan;

·      dal 1997 fa parte di un’unione con la Russia, ne appoggia ogni decisione politica ed economica in cambio di aiuti economici che non potrebbe ottenere diversamente.

Lukashenko ora teme che gli eventi ucraini possano infondere maggiore coraggio nei movimenti di opposizione in patria. Il 25 marzo scorso, un mese dopo la cacciata di Yanukovich in Ucraina, 1500 persone organizzarono una manifestazione sventolando bandiere ucraine e mostrando cartelli anti-russi, che portò all’incarcerazione degli attivisti, capeggiati da Anato Lyabedzka. 

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