Iraq:
al-Maliki è sempre più isolato

11/08/2014

Nouri al-Maliki, capo del governo iracheno fin dal 2006, non è stato incaricato di formare un nuovo governo. Il nuovo Presidente Fuad Masum non gli ha affidato un nuovo incarico e al Maliki ha chiamato a raccolta i suoi sostenitori. Si teme un colpo si stato, ma è poco probabile che al Maliki decida di combattere con le armi.  Al Maliki è considerato responsabile di non aver saputo costruire l’unità nazionale per eccesso di partigianeria, ed è stato abbandonato anche dai più forti dei suoi sostenitori: l’Iran e il clero sciita iracheno.  Anche gli Stati Uniti hanno preso ufficialmente posizione contro al Maliki. Abbandonato dalla sua coalizione, al Maliki non può ricorrere all’esercito, troppo impegnato nel difendere quello che rimane del territorio iracheno dall’attacco dei guerriglieri del cosiddetto Stato Islamico.

Iran, Turchia e Stati Uniti stanno discutendo con i principali esponenti degli Sciiti iracheni la scelta di un candidato alternativo.  La tensione a Baghdad è altissima, i rischi crescenti. Non sarà facile trovare un nuovo primo ministro che possa venir riconosciuto come legittimo da Curdi, Sciiti e Sunniti, che sia accettato da Iran, Turchia e Stati Uniti, e che possa prendere la guida di un paese lacerato, in piena guerra civile, che ha perso il controllo di larghe parti del territorio.

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