Qualche cifra
per capire la realtà cinese

16/09/2014

Nel 2013 il 47% del PIL cinese è stato legato, direttamente o indirettamente, al settore delle costruzioni: è una percentuale enorme. Agricoltura, industria alimentare, sanità, educazione, beni di consumo per uso domestico e per esportazione, industria finanziaria, giustizia, amministrazione pubblica, difesa, arte e cultura: tutti questo settori insieme contano quanto il solo settore delle costruzioni. 

Questo significa che, se lo stato cessasse di stimolare e finanziare il settore delle costruzioni di infrastrutture e di case, il reddito medio dei Cinesi si ridurrebbe di metà. Significa anche che gli altri settori sono ancora gravemente sottosviluppati, possono e debbono crescere.

Un altro dato significativo è il rapporto fra esportazioni e consumo domestico. Nel 2013 l’esportazione ha rappresentato il 26 % del PIL, 12 punti in meno che nel 2007 – mentre i consumi domestici hanno rappresentato il 34% del PIL, ancora troppo poco per una società ben sviluppata, che ai consumi interni deve destinare circa il 60% del PIL, altrimenti è troppo dipendente dall’estero, troppo vulnerabile.

Insomma, la Cina dipende ancora troppo dagli investimenti pubblici in infrastrutture, beni strumentali e abitazioni, e dipende ancora troppo dall’export: deve sviluppare velocemente il mercato interno di beni di consumo e di servizi alle persone. E’ un compito difficile e complesso, che il Governo sta affrontando. In contemporanea il Governo, che è espressione del Partito unico, cerca di consolidare l’unità interna del Partito stesso e la fiducia dei cittadini nei suoi rappresentanti, consapevole che le riforme necessarie potrebbero alimentare molto scontento fra i dirigenti dei settori sino ad oggi privilegiati, oltre che fra le centinaia di milioni di persone che ancora non sono state toccate dal benessere. 

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