Gli USA stanno bombardando l’ISIS in Siria con la collaborazione di Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti e Qatar. È una coalizione sorprendente, se si considera che Qatar e Arabia saudita non condividono le stesse posizioni politiche né gli stessi scopi. Che cosa unisce questi paesi nell’attuale coalizione?
Soltanto un obbiettivo: diminuire il potere dell’ISIS in Siria. Questo è nell’interesse sia di chi sostiene Assad, sia di chi sostiene altre fazioni siriane che si oppongono ad Assad.
Pare che a seguito dei bombardamenti si veda già un parziale ritiro dei miliziani dell’ISIS da Raqqa verso l’Iraq. Se ci fosse uno spostamento importante di miliziani dell’ISIS verso l’Iraq, l’Iran dovrebbe impegnarsi più a fondo a sostegno degli Sciiti in Iraq. Lo scopo condiviso dei bombardamenti potrebbe essere non soltanto allontanare l’ISIS dalla Siria, ma anche aumentare la pressione sugli Sciiti iracheni fino al punto di costringere l’Iran a venire a patti per riportare l’ordine in Iraq proteggendo i suoi basilari interessi strategici.
Sia in Siria sia in Iraq a combattere sul terreno sono e saranno soltanto le milizie locali, alcune delle quali sono consigliate e assistite nelle retrovie dai paesi della coalizione, che però non intendono combattere sul terreno. L’interesse a continuare a combattersi da parte delle milizie locali, più o meno sanguinarie e più o meno fanatizzate, dovrebbe comunque essere limitata dalla consapevolezza che la coalizione ora formata, o altre possibili coalizioni future, non permetteranno a nessuno di loro di trionfare su tutto il territorio. I bombardamenti dal cielo non permetteranno a nessun contendente di imporsi uccidendo o sottomettendo tutti gli altri, per poi costruire un grande stato basato sulla violenza.
I bombardamenti proseguono, anche se non fanno più notizia, anche sulle posizioni dell’ISIS in Iraq ai confini con la regione curda. Ma qui è all’opera un’altra coalizione fra gli USA e alcuni paesi NATO europei.
Il messaggio è chiaro: in qualunque zona della regione ci sono forze che impediscono e impediranno all’ISIS di raggiungere e mantenere il potere statale con la pura violenza; gli Stati Uniti possono contare sempre sull’appoggio di varie forze per bloccare ogni tentativo di conquista definitiva e totale del Medio Oriente. Si intravvede dunque la logica del messaggio dell’America di Obama al Medio Oriente: ‘Se volete scannarvi fra fazioni, vi lasciamo fare, ma nessuna fazione potrà mai arrivare alla piena vittoria con la violenza perché ve lo impediremo, saremo sempre in grado di impedirvelo, anche se per farlo dovremo cambiare spesso alleati’. Ora stiamo a vedere come funziona questa politica, come evolveranno gli eventi.
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