Oggi non c’è un collegamento ferroviario diretto fra Riga, Tallinn e Vilnius. In epoca sovietica – così come in precedenza sotto l’impero russo – i Paesi Baltici erano collegati direttamente alle grandi città russe e non alle altre città europee, tramite ferrovie che utilizzavano lo speciale scartamento delle ferrovie russe, più largo di quello delle ferrovie europee.
Questo sistema era stato adottato per ragioni di sicurezza, perché isolava l’URSS dagli altri stati europei e ostacolava l’avanzata di truppe e armamenti nemici in caso di guerra.
Ora è una priorità per i paesi baltici, che fanno parte dell’UE dal 2004, riconvertire le reti ferroviarie e collegarle al resto d’Europa. Per questo è stato proposto il progetto Rail Baltica, che prevede la creazione di una ferrovia da Tallinn (collegata a Helsinki, in Finlandia, attraverso un servizio di traghetti) a Varsavia, passando da Riga e Vilnius. A fine 2010 Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia hanno firmato un memorandum d’intesa, seguito dalla creazione di una joint venture fra Estonia, Lettonia e Lituania, che ha lo scopo di realizzare il progetto Rail Baltica, che sarà finanziato dall’UE e costerà circa 3,7 miliardi di euro.
L’implementazione avverrà in più fasi:
· nella prima fase – attualmente in corso – verrà costruita una ferrovia dal confine con la Polonia alla città di Kaunas in Lituania;
· nella seconda fase la ferrovia esistente da Kaunas a Vilnius verrà trasformata in una linea a doppio scartamento, per favorire il trasporto delle merci sia verso l’Europa occidentale che verso la Russia;
· infine questa linea a doppio scartamento verrà estesa fino a Riga e Tallinn.
Al di là delle motivazioni commerciali, i nuovi collegamenti permetteranno anche ai paesi della NATO di reagire più rapidamente a eventuali crisi nella regione, spostando carri armati o persone o container di rifornimenti in caso di emergenza, specialmente ora che la presenza russa nella regione si è fatta più ingombrante.
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