Il 22 dicembre 2014 il governo cinese ha deciso l’istituzione del catasto, cioè la registrazione ufficiale di tutti i diritti di proprietà delle terre e degli immobili. Contemporaneamente le città sono state autorizzate a indebitarsi emettendo obbligazioni, che potranno essere comprate e vendute in Borsa. Si tratta di un’iniziativa di enorme portata, che fra qualche anno cambierà profondamente l’economia della Cina e i rapporti fra i Cinesi e le amministrazioni locali.
La terra in Cina, paese comunista, è di proprietà pubblica. Da decenni le municipalità la cedono in uso (leasing) non soltanto ad agricoltori e fabbriche o centri logistici, ma anche e soprattutto a costruttori di grandi quartieri urbani. Le amministrazioni locali derivano la maggior parte delle loro risorse dalla vendita del diritto d’uso delle terre, perciò hanno interesse e dichiarare edificabili sempre maggiori porzioni di territorio, togliendoli ad altri usi, e lasciare costruire centinaia di migliaia di abitazioni, che spesso rimangono vuote e inutilizzate per anni, dando origine alle cosiddette città fantasma cinesi, di cui parlano spesso i giornali del mondo. Le imprese di costruzione possono avere dalle banche pubbliche ingenti prestiti, pagando interessi di valore assolutamente trascurabile. Perciò i costruttori costruiscono spesso più per investimento speculativo che per sfruttare le opportunità di mercato. Dato che la tendenza all’urbanizzazione e alla modernizzazione della società cinese fa presagire che i prezzi degli immobili continueranno a salire per decenni, interi quartieri vengono costruiti e lasciati vuoti per anni, in attesa del momento in cui sarà possibile vendere raddoppiando il valore dell’investimento. Spesso proprio gli amministratori locali sono soci delle società di costruzione: sono le stesse persone – o le loro famiglie − che nell’ambito dell’amministrazione locale decidono la trasformazione di terreni agricoli in terreni edificabili, costruiscono quartieri interi con denaro ottenuto in prestito da banche pubbliche a tasso di interesse quasi nullo, e poi li vendono con guadagni enormi. Non hanno fretta: il denaro costa poco, ed è concesso senza limiti. La banca non esige neppure che il debito venga ripagato entro un certo periodo di tempo. Le banche pubbliche finanziano le attività approvate dalle amministrazioni pubbliche perché questo è il loro ruolo in un sistema comunista – un ruolo di finanziamento della politica.
Ora la creazione del catasto prelude al pieno riconoscimento legale dei diritti di proprietà o di uso di immobili e terreni, incluso il diritto di vendere i propri diritti a terzi. Questo toglierà alle amministrazioni locali la possibilità di finanziarsi togliendo ai contadini e alle industrie i terreni su cui operano, per assegnarli ai costruttori. Permetterà però ai detentori di diritti immobiliari di vendere questi diritti, o di darli in garanzia a una banca per ottenere finanziamenti. Una fabbrica ad esempio potrà accendere un mutuo, dando in garanzia il terreno o l’immobile, per comperare nuovi macchinari più moderni e aumentare la produttività. Anche le famiglie potranno accendere mutui sulla casa. Si metterà in moto tutto un sistema di mercato affidato alle decisioni di centinaia di milioni di privati, non del governo centrale e delle amministrazioni locali. Questo diminuirà le opportunità di corruzione e gli sprechi pubblici. D’altra parte permetterà alle amministrazioni di imporre tasse sulle proprietà private per coprire il costo dei servizi, dunque creerà un diverso tipo di rapporto fra cittadini e amministratori: i cittadini si trasformeranno in contribuenti consapevoli, che riterranno gli amministratori responsabili dell’uso del denaro raccolto con le tasse.
Un altro pezzo fondamentale dell’economia comunista viene così smantellato in Cina, per mettere in moto possibilità di innumerevoli iniziative private nell’ambito del libero mercato. Questo darà un grosso contributo allo sviluppo del mercato interno, cioè dei consumi della popolazione. L’economia cinese dipende troppo dalle esportazioni, perciò è troppo vulnerabile alle crisi ricorrenti nei paesi importatori. Con queste riforme centinai di migliaia di famiglie si troveranno in possesso di diritti su case o terreni, che potranno vendere o affittare o dare in garanzia per avviare una piccola impresa, o per mandare i figli all’università, o per curare la salute dei propri membri: per aumentare sia la produzione che i consumi domestici.
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