Il 19 dicembre 2014 Qatar e Turchia hanno annunciato l’intenzione di creare un ‘comitato strategico al sommo livello’ per coordinare le rispettive politiche su questioni di comune interesse. I due paesi hanno anche firmato accordi di cooperazione militare e dichiarano di aver discusso insieme la situazione di Siria, Libano, Iraq, Cipro e Palestina, aree che considerano di comune interesse nella regione, sulle quali hanno posizioni comuni.
Nel contempo il Qatar sta cercando di migliorare i rapporti con gli altri Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), cui è legato dal 1981 da un accordo di cooperazione economica e di sicurezza comune (tabella a lato). Il Qatar ha dato sostegno alle organizzazioni della Fratellanza Musulmana durante le insurrezioni note come ‘primavere arabe’, sia tramite la sua televisione al Jazeera, sia con finanziamenti e agevolazioni del traffico di armi, e ha offerto asilo al leader di Hamas, Mashaal, e ad altri leader della Fratellanza in fuga.
La Fratellanza è al potere in Turchia tramite il partito di Erdogan, oltre che a Gaza con Hamas, ma è stata combattuta e sconfitta negli altri paesi arabi per l’opposizione delle monarchie, in primo luogo di quella saudita, e dei militari laici in Egitto. Questo ha portato quasi alla rottura dei rapporti fra il Qatar e gli altri paesi del GCC, oltre che fra il Qatar e il governo egiziano di al-Sisi. Recentemente il Qatar ha trattato le condizioni per il riavvicinamento sia al GCC sia all’Egitto. Fra le condizioni pare esserci anche l’allontanamento dal Qatar di Mashaal, il capo di Hamas, benché le parti lo neghino. Il Qatar ha accettato di chiudere le trasmissioni di al-Jazeera in Egitto, probabilmente per avere in cambio la liberazione dei tre suoi giornalisti imprigionati e condannati in Egitto, di cui è in corso la revisione del processo.
Tuttavia il Qatar e la Turchia non hanno cambiato politica, ma continuano a sostenere la fazione dei Fratelli Musulmani in Libia, Siria e Tunisia. L’accordo con la Turchia e la disponibilità a venire a patti con i governi ostili alla Fratellanza Musulmana, pur senza cessare di sostenerla, da un lato rafforza la posizione del piccolo Qatar nei confronti degli altri Paesi del GCC, d’altro lato gli apre la possibilità di un ruolo di mediazione fra i Sauditi – o gli Egiziani − e la Fratellanza, ma soprattutto fra i Sauditi e la Turchia, che attualmente sono tesi e ridotti al minimo.
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