Negli ultimi sei mesi Odessa, grande città portuale ucraina che si trova a oltre 700 chilometri dalla città separatista di Donetsk, è stata teatro di nove esplosioni – di cui sette soltanto nell’ultimo mese. Gli abitanti di Odessa hanno un atteggiamento ambivalente nei confronti del governo nella lontana Kiev, ma non hanno mai mostrato simpatie per i separatisti filorussi.
Odessa è una città portuale strategica, fondata nel 1794 da Caterina la Grande per creare un importante polo commerciale sul Mar Nero. Era l’epoca in cui la Russia si stava espandendo a sud e distribuiva terre a nuovi coloni russi. Nell’arco di poco tempo Odessa divenne una delle più importanti città commerciali del paese, tant’è che a metà ‘800 dal porto di Odessa transitava metà del grano che l’impero russo esportava nel resto del mondo. Ancora oggi Odessa, città aperta e cosmopolita, è un nodo nevralgico per le esportazioni ucraine – soprattutto grano, metalli, petrolio e ferro. Dopo l’annessione della Crimea alla Russia, Odessa è diventata sede della flotta ucraina. Il porto di Odessa impiega circa 100.000 persone – cioè 1/10 della popolazione della città.
Gli attacchi hanno colpito soprattutto uffici che offrono sostegno ai volontari che si battono contro i separatisti nell’est del paese. Gli attentatori hanno utilizzato dosi minime di esplosivo e i danni sono stati limitati. Chiunque abbia organizzato gli attacchi non intendeva fare danni gravi, ma creare un senso di insicurezza nella città. Altri attacchi più violenti hanno invece colpito l’infrastruttura ferroviaria. Come già nell’area di Kharkiv e Mariupol, anche nella regione di Odessa sono stati fatti saltare i ponti ferroviari, creando difficoltà ai rifornimenti per l’esercito ucraino nell’est del paese.
Per ora nessuno ha rivendicato gli attacchi, ma è probabile che si tratti di elementi filorussi – o per lo meno di oppositori dell’attuale governo di Kiev. Dato che i simpatizzanti dei separatisti sono pochi, i separatisti debbono muoversi con circospezione e non possono che ricorrere ad attacchi di bassa entità. La situazione è in stallo, proprio perché il grosso della popolazione non si fa coinvolgere nello scontro, non prende parte. Questo porterà i pochi potenziali ribelli a moltiplicare gli attacchi per creare insicurezza, oppure a sospenderli?
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