L'opinione di Kissinger
sui negoziati con l'Iran

10/02/2015

Il 29 gennaio scorso Kissinger, Madeleine Albright e George Shultz, tre grandi Segretari di Stato del passato, hanno esposto al Senato americano la loro opinione sugli attuali negoziati di non-proliferazione nucleare. Kissinger è il Segretario di Stato che negoziò gli accordi di non proliferazione con i Sovietici negli anni ’70, oltre a negoziare la riapertura dei rapporti diplomatici con la Cina,  aprendo una nuova era nelle relazioni internazionali.

Kissinger non ha nascosto la sua preoccupazione, perché allo stato attuale i negoziati sembrano aver preso la piega di una negoziazione su come mantenere un certo controllo internazionale sulla proliferazione nucleare, senza tuttavia impedirla, anziché l’originaria impostazione di prevenire del tutto la proliferazione. La domanda da porsi allora, ha detto Kissinger, è che cosa faranno gli altri paesi della regione. Se capiranno che gli USA accettano la proliferazione nucleare a certe condizioni, vivremo in un mondo in cui tutti avranno la possibilità e il diritto di sviluppare un’arma nucleare. Kissinger non l’ha detto, ma è chiaro che l’accettazione di un Iran nucleare da parte degli USA spingerebbe subito i Sauditi e la Turchia a dotarsi di uranio arricchito e di tecnologia per costruire la bomba, per poter competere con il loro principale rivale regionale, che è appunto l’Iran. Ci immaginiamo che cosa significherebbe questo non soltanto per la regione, ma anche per l’Europa?

Gli altri avvenimenti internazionali hanno messo in secondo piano la negoziazione con l’Iran sulla proliferazione nucleare: i nostri giornali non ne parlano. Ma potrebbe essere proprio questo l’attuale avvenimento internazionale di maggior importanza per il nostro futuro.

 

(fonte: Wall Street Journal)                                                   

 

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