Il 2 aprile 2015 un convoglio di miliziani di Al Qaeda nella Penisola Islamica (AQAP) ha preso d’assalto la prigione di Mukalla, la quinta maggiore città dello Yemen, capoluogo della provincia di Hadrwamawt, liberando oltre 300 carcerati – quasi tutti membri dell’AQAP – fra cui il comandante Khalid Bartafi.
AQAP ha conquistato il porto e vari edifici governativi, fra cui la banca centrale, dove ha sottratto una decina di milioni di dollari che serviranno per pagare stipendi, acquistare armi e comprarsi il favore delle tribù yemenite. Dopo aver tentato una timida resistenza, il contingente governativo a guardia delle caserme si è dato alla fuga, lasciando i magazzini pieni di armi nelle mani dei qaedisti.
La coalizione guidata dai Sauditi ha evitato di bombardarli: evidentemente ai Sauditi non dispiace che ora si rafforzi Al Qaeda, perché si oppone agli altri gruppi ribelli foraggiati dall’Iran. I bombardamenti si concentrano soprattutto sulle unità dell’esercito fedeli ad Ali Abdullah Saleh e sulle milizie Houthi, il che permette ad AQAP di rafforzarsi.
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