Nell’agosto del 2014 Mosca ha imposto un embargo di un anno su una serie di prodotti alimentari provenienti da Unione Europea, Stati Uniti, Canada, Norvegia e Australia. L’embargo è stata la risposta alle sanzioni che i governi occidentali hanno imposto alla Russia in seguito all’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines e all’intensificarsi degli scontri nell’Ucraina orientale. Le sanzioni hanno prodotto come conseguenza la svalutazione del rublo.
La Russia importava circa un quarto della carne e il 70% della frutta dai paesi ora sotto embargo. Per sopperire alle mancate importazioni dall’Occidente, la Russia ha incrementato le importazioni dalla Turchia e dall'America Latina. Tuttavia il prezzo del cavolo, molto presente nella dieta russa, è aumentato di più del 60% solo dall’inizio del 2015. Nel primo trimestre il prezzo medio delle patate è cresciuto del 36%, quello della carne di manzo del 10%. Questo dopo che in generale nel 2014 i prezzi dei generi alimentari sono cresciuti del 15%.
Lo scontento della popolazione inizia ad essere evidente.
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