Durante la campagna elettorale in corso (le elezioni politiche si terranno il 7 giugno 2015) gli oppositori di Erdogan lo hanno accusato di aver usato 385000 dollari di fondi pubblici per regalare una grande Mecedes Benz blindata al Ministro per gli Affari Religiosi, Mehmet Gormez. Ma Erdogan è riuscito a trasformare l’accusa in un argomento a proprio vantaggio ricorrendo, come sempre, ad argomenti populisti. Ha detto che il Papa cristiano ha ben più di un automezzo blindato, perciò negare a un ministro religioso islamico e turco gli stessi diritti del Papa significa essere nemici dell’islam e della nazione turca. Anzi, dato che il Papa ha un aereo privato, ora il suo governo darà anche un aereo privato per Mehmet Gormez! Questa arrogante risposta ha entusiasmato la base elettorale di Erdogan, la popolazione anatolica bigotta e piccolo borghese. L’alta borghesia e la classe militare occidentalizzata di Istanbul e dintorni non ama Erdogan, ma è minoritaria. Inoltre la politica di Erdogan negli ultimi quindici anni ha tolto loro i privilegi e il potere di cui godevano in passato.
È bene ricordare che le riforme che hanno portato al potere Erdogan e l’islamismo, togliendolo ai militari filo-occidentali, erano state imposte dall’Unione Europea come condizione per l’accesso della Turchia nell’Unione. Ma ora l‘Unione non vuole la Turchia islamista come parte d’Europa, né la Turchia sembra più avere interesse a entrare in Europa.
Il Ministro degli Affari Religiosi è una figura istituzionale creata da Ataturk nel 1928, come strumento per mantenere nella nuova repubblica turca l’identità islamica, in quanto forza di coesione interna, ma nel contempo sottoporre l’islam al controllo dello stato, evitando il rischio di derive islamiste potenzialmente ribelli. Ataturk chiuse le scuole religiose, rese illegale il califfato, abolì la definizione di ‘stato islamico’ nella nuova Costituzione e pose gli Affari Religiosi sotto al potere dello stato, cioè al potere laico, gestito allora dai militari. Erdogan negli ultimi dodici anni ha introdotto riforme che hanno ridato potere alle istituzioni islamiche, oltre a dare grande potere economico, politico e sociale a quella parte del paese che è profondamente religiosa e conservatrice nei costumi, ma liberista in economia.
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