La realtà è troppo complicata,
o noi siamo troppo stupidi?

09/08/2015

L’eminente analista Luc de Kayser sostiene (Europe's Greek Tragedy, 5 agosto 2015, Stratfor) che i problemi che oggi affliggono l’eurozona sono troppo complicati, per questo neppure le menti dei più grandi specialisti riescono a capirli e ad affrontarli in modo efficace. Possiamo soltanto ammettere di non saper che fare, e accettare di andar per tentativi.

Mi permetto di dissentire. Le questioni tecniche saranno sicuramente molto complesse, ma sono conseguenza del rifiuto di comportarci con senso della realtà e con coerenza logica nel costruire l’Europa che immaginavamo di costruire. Siamo stati stupidi. Non è complicato capire che, se si imprestano valanghe di quattrini a un povero che non ha né grandi prospettive, né grandi progetti, quei quattrini andranno persi. Eppure le élite europee hanno imprestato o preso a prestito centinaia di miliardi di euro senza aver idea di come restituirli o di come farseli restituire. 

È vero che i grandi prestiti in Euro sono stati fatti ai Greci – e a noi Italiani e ad altri ‘inaffidabili’ − quando finanzieri, politici, risparmiatori, amministratori pubblici pensavano che la BCE avrebbe stampato il denaro necessario per ripagarli, e l’avrebbe in qualche modo fornito agli stati, come è sempre avvenuto da quando le monete sono gestite dalle banche centrali. Chi mai avrebbe lasciato andare in fallimento uno stato, e per di più uno stato europeo?! Eppure sapevamo tutti che i trattati istitutivi dell’eurozona e della BCE non prevedevano questa possibilità, anzi l’escludevano esplicitamente. Avevamo dunque firmato trattati basati su princìpi cui non credevamo, senza immaginare che sarebbero stati applicati nella realtà. Neppure questo mi sembra un frutto di eccessiva complessità, ma di stupidità – e di mala fede.

Probabilmente chi faceva debiti nei primi 10 anni del millennio badava all’immediato: ripagarli sarebbe stato il problema di altri politici, altri amministratori, eletti in altre elezioni… Personaggi miopi e in mala fede, non sopraffatti dalla complessità.  

E chi imprestava i soldi, chi comprava titoli a rischio, in che cosa sperava? Di disfarsi dei titoli in tempo, prima che si rivelassero carta straccia, o poco più? Si, questo pensavano molti, quasi tutti. Miopi e in mala fede anche loro, la maggioranza dei prestatori di euro a debitori ovviamente insolventi (incluse le banche tedesche). Altro che complessità.

Adesso rimandiamo il ‘problema greco’ di mese in mese, con interventi temporanei che non risolvono nulla, ma riempiono costantemente giornali, telegiornali, saggi di ‘esperti’, conferenze, discussioni nei partiti… tutti a far finta che succeda qualchecosa, che si decida qualchecosa, quando è ovvio che non cambia nulla, si rimanda soltanto il problema. Per quale motivo facciamo finta che qualchecosa si muova? Per cercare di capire meglio la complessità, o per viltà?

Affrontiamo con piccoli interventi locali la questione delle centinaia di migliaia di disperati − presto potrebbero essere milioni − che cercano di raggiungere l’Europa ogni anno da paesi disastrati, miseri e violenti. Sappiamo bene che, se non approntiamo un programma di distribuzione dei profughi e degli immigrati sul territorio di tutta Europa, e un programma di lunga durata per la loro integrazione culturale, economica e sociale, fra alcuni anni saremo alla guerra civile nelle nostre strade. Come è sempre successo nella storia, quando ci sono stati spostamenti significativi di popolazioni. Eppure non riusciamo a far nulla: i governi nazionali non hanno gli strumenti per decidere in questa materia, che coinvolge tutti gli stati. È una questione che deve essere decisa dall’Unione Europea, ma il governo dell’Unione Europea… non c’è. C’è la Commissione Europea, che riesce a occuparsi di questioni tecniche, ma le decisioni politiche spettano all’insieme dei governi nazionali, i quali ovviamente non decidono nulla che richieda costi e sacrifici ai loro elettori, se possono evitarlo. Costi e sacrifici li sostengano i popoli che si trovano in prima linea sul Mediterraneo! Perché gli altri governi dovrebbero assumerseli, e correre il rischio di perdere il potere alle elezioni?  

Non è una questione di eccessiva complessità capire che far decidere ai politici eletti dai Tedeschi di spendere soldi per i Greci, o ai politici eletti dai Greci di spendere soldi per i Romeni, o agli elettori inglesi di accettare immigrati clandestini sbarcati in Spagna, non è il sistema migliore per far funzionare un governo europeo. Eppure abbiamo costruito così le istituzione europee. Da stupidi.

No, non è la complessità che rende insolubile i problemi d’Europa: è la stupidità – o la malafede − con cui abbiamo costruito l’Unione Europea. Urge ricominciare il lavoro, urge ripensare l’Europa. Urge fare l’Europa davvero. Avere il coraggio di buttarsi in avanti: all’indietro non c’è futuro per gli stati nazionali, neppure per la Germania, se il resto d’Europa l’abbandona. 

 

Laura Camis de Fonseca

Urge ricominciare il lavoro, urge ripensare l’Europa. Urge fare l’Europa davvero. Avere il coraggio di buttarsi in avanti: all’indietro non c’è futuro per gli stati nazionali.

Lascia un commento

Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!

Accedi

Non sei ancora registrato?

Registrati

I vostri commenti

Per questo articolo non sono presenti commenti.