La Cina sta attraversando la crisi più difficile dai tempi di Deng Xiaoping. Il modello di società e di economia messo a punto da Deng Xiaoping era basato su tre principi: liberalizzazione economica a livello locale per promuovere lo sviluppo dal basso; gestione del potere centrale in modo collettivo da parte dei dirigenti del Partito, per impedire nuove dittature personali come quella di Mao; basso profilo in campo internazionale, per non suscitare né paure né rivalità. Questo modello ha funzionato molto bene: la Cina ha evitato il disordine economico e sociale di tutti gli altri Paesi comunisti durante la fase di transizione. Ora però la Cina sta diventando una grande potenza alla ricerca di un posizionamento nella scena politica globale.
Il nuovo presidente Xi Jinping sta tentando di riformare il sistema (si legga Cina: grandi prospettive e pesi da trascinare e La fragile evoluzione della Cina), effettuando contemporaneamente un giro di chiave in politica e maggiori aperture economiche a ogni livello. Anche l’attuale fluttuazione e svalutazione della moneta è un passo necessario per liberalizzare il mercato, ma non è privo di possibili conseguenze indesiderate. Ora Xi si prepara per una visita di stato negli USA a settembre, che potrebbe cambiare il tipo di collaborazione fra i due Paesi nei prossimi anni.
In questo contesto si posiziona il recente discorso agli ufficiali dell’esercito del Gen. Qiao Liang, docente all’Università della Difesa a Pechino, che offre una visione peculiare della situazione politico-economica globale, da cui scaturiscono le linee guida di una possibile strategia cinese. Il discorso non ha ufficialità, ma è stato ampiamente diffuso, consegnato ai giornalisti occidentali con l’invito a tradurlo e usarlo: significa che non si tratta soltanto dell’opinione personale di un personaggio di poco conto. È molto interessante: eccone un riassunto: One belt, one road, e la sfida agli USA.
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