Di chi è la colpa?

10/09/2015

Si chiamava Aylan Kurdi. È morto su una spiaggia turca. “Come dice il suo nome era curdo, fuggiva da Kobane, nella zona della Siria dove i Curdi sono in maggioranza e sono sottoposti a una campagna di sterminio dello Stato Islamico, cui spesso e volentieri si unisce la Turchia. Il suo problema non era la mancata ospitalità dell'Europa (fra l'altro la sua famiglia aveva cercato invano di ottenere un visto di ingresso non da noi ma in Canada). […] Ma ciò che ha spinto questa famiglia e molte altre a fuggire dalla sua casa è la guerra civile siriana, la ferocia degli islamisti, il cinismo di Erdogan, la guerra violentissima che gli stati della regione (l’Iraq dai tempi di Saddam, l’Iran da quelli dello Scià, la Siria dalla sua costituzione, innanzitutto però la Turchia) hanno fatto contro il popolo curdo e la sua volontà di avere uno stato”.

Sono parole del prof. Volli in un articolo per Informazione Corretta del 6 agosto, su cui è meglio riflettere.

Questa immagine ci ha toccati tutti profondamente, ed è stata usata dai mezzi di informazione e dai politici per influenzare emotivamente l’opinione pubblica europea ad accogliere i migranti, farcendoci sentire in colpa per la loro sorte. L’accoglienza è dovuta a chi fugge dalla guerra e dalla morte, ma la colpa dell’esodo no, non ce la prendiamo: la colpa è degli islamisti, è di quel mondo arabo che non riesce a porre fine alla violenza al proprio interno, che non conosce l’accettazione del diverso. 

L’accoglienza è dovuta a chi fugge dalla guerra e dalla morte, ma la colpa dell’esodo no, non ce la prendiamo.

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