Putin intensifica le attività di pacificazione ai confini e nelle regioni limitrofe, di cui fanno parte sia le attività in Siria, sia il rilancio delle trattative fra Armenia e Azerbaigian. Ora Putin vuole effettuare presto una visita in Giappone, paese col quale la Russia ha un contenzioso aperto da oltre un secolo per le isole Curili.
Alcune isole Curili (mappa a lato) sono passate di mano più volte nel corso del XX secolo. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale i Russi hanno occupato le isole contese e ne hanno espulso gli abitanti di etnia giapponese, stabilendovi basi militari. Ma questa condizione di fatto rispecchia una linea armistiziale, non un confine riconosciuto, perché Giappone e Russia non hanno mai firmato il trattato di pace. Russia e Giappone si sono trovati schierati su fronti opposti anche durante la Guerra Fredda, e non hanno mai ripreso i pieni rapporti diplomatici e commerciali.
Ora i due paesi avrebbero interesse a riavvicinarsi. Al Giappone interessa molto l’accesso al petrolio e al gas della Siberia russa. Nel 2013 i due paesi discussero la possibilità di progetti di investimento congiunto in infrastrutture per l’energia a Vladivostock e nell’isola di Sakhalin. Allora si discusse anche la possibilità che la Russia restituisse al Giappone la sovranità su due piccole isole e sulle altre entro i successivi dieci anni. Ma i fatti in Ucraina e le sanzioni internazionali imposte alla Russia bloccarono ulteriori incontri. Durante lo scorso anno la Russia ha molto rafforzato le attività militare nelle Curili, suscitando proteste in Giappone. Il ministro Lavrov ha anche dichiarato pubblicamente che le Curili sono e rimarranno russe. Però la Russia ha bisogno di poter contare su buoni rapporti con il Giappone per motivi sia economici che militari. Si dice che i due paesi abbiano deciso di discutere soltanto i rapporti economici, rimandando di dieci anni la discussione sui confini.
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