Tutti contro tutti in Siria

01/12/2015

Di solito non ci interessiamo dei singoli avvenimenti quotidiani, ma cerchiamo di cogliere le linee di evoluzione degli eventi sul medio periodo. Però gli scontri degli ultimi giorni attorno ad Aleppo sono l’esempio di come la situazione siriana abbia svolte impreviste e rovesciamenti di alleanze, che la rendono sempre più ingarbugliata e impossibile da risolvere. 

Dal 23 novembre a inizio di dicembre Jaish al-Thurwar, un gruppo armato ribelle appartenente alla coalizione delle Forze Democratiche Siriane − sostenuta dagli Americani − e gruppi appartenenti al coordinamento operativo di Marea (cittadina a nord di Aleppo, come si vede nella mappa a lato), fra cui il Free Syrian Army − anch’esso sostenuto dagli Stati Uniti oltre che dalla Turchia − si sono scontrati in battaglia attorno ad Aleppo. I due gruppi teoricamente ‘alleati’ sul campo si accusano reciprocamente di aver scatenato l’attacco a tradimento

L’aviazione russa bombarda sistematicamente i rifornimenti che arrivano ai gruppi ribelli attraverso la frontiera turca. L’esercito e l’aviazione turca stanno ammassando forze e rifornimenti alla frontiera, in preparazione di una possibile operazione oltre confine contro l’ISIS, che però vedrebbe la Turchia scontrarsi apertamente con la Russia nel nord della Siria, per terra e nei cieli.

Il coordinamento operativo di Marea include non soltanto il Free Syrian Army – composto di ribelli laici (immagine a lato) – ma anche gruppi islamisti quali Jabhat al Nusra (cioè alQaeda in Siria) e Ahrar al-Sham. Per ora Marea ha avuto la meglio, ma la battaglia potrebbe ricominciare. Jaish al-Thurwar è stato aiutato dai Curdi di YPG, che fanno anch’essi parte delle Forze Democratiche Siriane, e dall’aviazione russa.

Attraverso il coordinamento di Marea, Americani e Turchi vogliono sostenere e concentrare tutte le forze ribelli anti Assad e anti ISIS nella lotta contro questi due nemici, ma la Turchia ha preteso di escludere i Curdi del YPG dal coordinamento. Così si è formata l’alleanza di interessi fra i Curdi, i Russi e Jaish al-Thurwar. Ora i vari gruppi ribelli stanno combattendo fra di loro, non contro Assad, né contro l’ISIS. Tutti dicono di combattere contro l’ISIS in Siria: Turchi, Russi, Americani, Assad e gruppi ribelli anti-Assad. In realtà nessuno lo sta facendo davvero.

L’aviazione russa bombarda sistematicamente i rifornimenti che arrivano ai gruppi ribelli attraverso la frontiera turca. L’esercito e l’aviazione turca stanno ammassando forze e rifornimenti alla frontiera, in preparazione di una possibile operazione oltre confine contro l’ISIS, che però vedrebbe la Turchia scontrarsi apertamente con la Russia nel nord della Siria, per terra e nei cieli.  

La Turchia rischierà una guerra con la Russia per prendere la guida di operazioni militari contro l’ISIS e contro Assad? Lo farà se penserà di avere l’avallo e l’aiuto della NATO, di cui la Turchia è membro. Ma la NATO − cioè l’Europa e gli Stati Uniti − intende davvero farsi coinvolgere in una guerra contro la Russia, oltre che contro Assad, contro i Curdi e contro l’ISIS? Anche la NATO corre il rischio di diventar vittima illustre della guerra civile siriana. 

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