I presidenti della due repubbliche di Cipro hanno ripreso con nuova lena i negoziati per giungere alla riunificazione dell’isola, divisa fin dal 1974, quando truppe turche invasero il nord dell’isola, a maggioranza turca, dopo un colpo di mano organizzato dai Greci. L’ipotesi è che l’isola diventi una federazione di due regioni indipendenti dal punto di vista amministrativo, sotto controllo internazionale. La riunificazione aiuterebbe grandemente l’economia, soprattutto il turismo. Permetterebbe anche alle due comunità lo sfruttamento congiunto dei giacimenti di gas recentemente scoperti sui fondali sottomarini. Il giacimento più grande è quello di Afrodite, che potrebbe esportare gas all’Egitto e alla Turchia. Ma la Turchia non riconosce il diritto di Cipro allo sfruttamento dei suoi fondali, perché non riconosce il governo di Cipro.
In questo momento tutti hanno interesse a risolvere il problema in modo da poter sfruttare in collaborazione i giacimenti di gas: la Turchia che vorrebbe rendersi indipendente dal gas russo, l’Egitto che ha bisogno di aumentare le importazioni di gas da aree sicure, ora che la Libia è in mano a milizie armate, l’Europa che è sempre alla ricerca di fonti alternative di energia, ma prima di tutto i Ciprioti stessi, che hanno a portata di mano possibilità di grande arricchimento. È perciò possibile che questa volta i negoziati abbiano successo, e che nel 2016 cada la barriera che divide l’isola in due da quarant’anni.
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