Quindici anni fa una coalizione internazionale guidata dalla NATO, cioè dagli USA, iniziava la guerra contro l’Afghanistan, il cui governo, controllato dai feroci Talebani, retrogradi islamisti, aveva offerto cittadinanza e protezione ad al Qaeda, responsabile dell’attacco alle Torri Gemelle a New York. Dopo 15 anni i Talebani, che non riconoscono il nuovo governo di coalizione, hanno riconquistato vaste porzioni del territorio afghano con attacchi terroristici e missioni suicide. A dicembre 2015 hanno addirittura attaccato l’ambasciata spagnola a Kabul. A Kandahar hanno attaccato una caserma dell’esercito, ingaggiando una battaglia che ha lasciato sul terreno 50 morti.
Ma i Talebani si scontrano anche fra di loro in combattimento, essendosi divisi in due gruppi rivali dopo la morte del fondatore del loro movimento, il mullah Omar, nel 2013. I capi delle due fazioni rivali sono Muhammad Rasul e Akhtar Mansoor, già vice del Mullah Omar. Mansoor è disponibile a incontrare il governo e le altre forze del Paese per cercare un accordo per la gestione del potere, la fazione di Rasul non vuole nessun contatto e nessuna concessione.
A dicembre 2014 il presidente afghano Ashraf Ghani e il primo ministro pachistano Nawaz Sharif hanno aperto insieme a Islamabad la conferenza ‘Heart of Asia’, dichiarando di voler avviare insieme negoziazioni con i Talebani, che vivono a cavallo della frontiera fra Afghanistan e Pakistan, nell’intento di pacificare la regione. È uno sviluppo politico importante, ma che potrà aver successo soltanto se i Talebani riusciranno a trovare la coesione necessaria per condurre trattative credibili ed accettarne le conclusioni in modo unitario, cosa poco probabile, soprattutto ora che i Talebani stanno avanzando, pensano che la vittoria sul campo sia possibile.
Nel frattempo l’Afghanistan continua a essere uno dei paesi più poveri del mondo, come si vede nella tabella accanto. La corruzione è rampante, i servizi pubblici insufficienti e inefficaci, la violenza è esperienza quotidiana per tutta la popolazione.
Washington ha appena confermato di voler lasciare circa 10.000 uomini in Afghanistan anche nel 2016 e la NATO ha dichiarato che la missione in Afghanistan durerà fino al 2020.
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