Per capire la situazione in Libia occorre partire dalla mappa dei terminali per l’esportazione del petrolio, qui a fianco. Tutte le risorse petrolifere appartengono alla Libya's National Oil Corp. (NOC), che ha sede a Tripoli, nella parte ovest del paese che ora è in mano al governo del National General Congress . Ma dal 2014 la NOC ha una seconda sede a Bayda, nell’est del paese ora in mano al governo di Tobruk, il cui uomo forte è il generale Khalifa Hifter, sostenuto dall’Egitto. Da inizio 2016 dovrebbe essere in carica un nuovo Governo di Unità Nazionale, secondo l’accordo raggiunto lo scorso dicembre nella conferenza internazionale di Roma, ma nella realtà il nuovo governo non può governare nulla e nessuno, perché non ha esercito.
L’ufficio NOC di Tripoli e quello di Bayda nel 2015 hanno esportato meno di 450.000 barili di petrolio al giorno, soltanto una frazione di quanto la Libia esportava sotto Gheddafi, ma più di quanto si possa immaginare in un paese squassato da anni da guerre civili. Le operazioni di estrazione non sono gestite direttamente dalla NOC, ma da società figlie in cui la NOC ha come socio l’ENI, oppure la francese TOTAL, o altri gruppi occidentali. I terminali per l’esportazione sono a Mellitah, vicino a Tripoli, a Es Sider, Ras Lanuf , Marsa al Brega e Zueitina nel golfo della Sirte, cioè nella zona centrale del paese contesa fra i due governi e altre bande armate locali, e a Marsa al Hariga vicino a Tobruk. La guerra fra le fazioni infuria da anni per il controllo dei terminali del golfo della Sirte, dove recentemente è apparso anche l’ISIS.
I terminali sono posti sotto il controllo del personale e delle guardie di sicurezza della NOC, che sino ad ora si sono barcamenati per eseguire le richieste di carico provenienti sia dall’ufficio di Tripoli sia da quello di Bayda. L’esportazione ha funzionato sino ad ora grazie alla neutralità della Banca Nazionale Libica, che incassa tutti i pagamenti e non li consegna né all’uno né all’altro governo, ma li usa per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici in tutto il paese, sia a Est sia a Ovest. I dipendenti della NOC, pagati dalla Banca Nazionale Libica, hanno evitato di schierarsi con l’uno o con l’altro governo. Questo ha permesso al Paese di non fermarsi del tutto.
Però il 14 gennaio 2016 le guardie del terminale di Ras Lanuf hanno rifiutato la richiesta dell’ufficio NOC di Tripoli di caricare petrolio sulla nave Nassau Energy, dicendo che le infrastrutture sono state danneggiate da incursioni dell’ISIS. Nel frattempo l’ufficio NOC di Bayda ha fatto due nuovi contratti per esportare petrolio in Egitto e alla multinazionale Glencore - contratti che in base alla legge internazionale non ha il potere di firmare.
Si direbbe che i dipendenti della NOC e le guardie di Ras Lanuf non intendano più, o non possano più, eseguire le richieste di carico della loro sede di Tripoli. È un’evoluzione che può scatenare una violenza ancora peggiore fra le fazioni, e coinvolgere anche paesi della comunità internazionale, Italia inclusa.
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