L’Arabia Saudita sta chiedendo più lealtà ai paesi arabi nell’alleanza ‘contro il terrorismo’, che in realtà è un’alleanza contro l’Iran. L’Arabia Saudita elargisce ricchi aiuti e concede grandi finanziamenti ai paesi islamici. Ma il 23 febbraio 2016 il re Salman ha deciso di togliere 5 miliardi di aiuti militari al Libano, dove gli Hezbollah sostengono Assad e l’Iran, per trasferirli al Sudan. La rivalità fra Iran e Arabia Saudita è ufficiale, dopo l’attacco all’ambasciata saudita a Teheran di gennaio 2016. La diplomazia saudita è ora molto attiva nello stringere alleanze militari con paesi disposti a mandare soldati a combattere sul terreno, cioè soprattutto con Egitto, Giordania e Sudan. Venti paesi sunniti hanno recentemente partecipato a manovre militari sotto il comando dei Sauditi.
Gli aiuti e le spese militari incidono fortemente sul bilancio saudita, che è molto impoverito dai bassi prezzi del petrolio. Il bilancio 2015 dello stato si è chiuso con una perdita netta di 98 miliardi di dollari, e questo ha indotto i Sauditi a non aumentare gli aiuti, bensì spostarli da un paese all’altro, da un obiettivo all’altro. Il Libano è il primo paese a essere apertamente penalizzato, sia perché non reprime Hezbollah − gruppo sciita alleato dell’Iran − sia perché ha rifiutato di condannare ufficialmente l’attacco all’ambasciata saudita a Teheran. Il Sudan, invece, ha recentemente espulso l’attaché culturale iraniano e ha inviato truppe in Yemen in aiuto ai Sauditi.
Il governo libanese ha annunciato un giro di visite ai paesi del Golfo, evidentemente alla ricerca di fondi sostitutivi.
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