La Germania ha capito che in Grecia conviene collegare il problema dell’aiuto economico a quello del flusso dei rifugiati, e aiutare la Grecia su entrambi i fronti. La Grecia ha capito che le conviene accordarsi con la Germania e riceverne aiuti essenziali.
Per quanto riguarda l’immigrazione, la Germania punta ad accordi con la Turchia per il controllo dei flussi e ad accordi di spartizione dei rifugiati fra tutti i paesi dell’Unione. La collaborazione della Grecia è essenziale sia per l’identificazione pronta e certa dei rifugiati al loro primo arrivo, sia per poter condividere con la Turchia e gli altri paesi NATO informazioni di intelligence rilevati da tutte le navi che operano nel Mar Egeo.
Le recenti decisioni di vari paesi europei di sospendere gli accordi di Schengen hanno messo in luce il pericolo che Bruxelles e la Germania perdano l’iniziativa politica in Europa. Né i paesi del Mediterraneo né la Germania hanno nulla da guadagnare dalla sospensione di Schengen. È probabile che nei negoziati per la concessione della terza rata del bailout alla Grecia da parte dell’Europa e del FMI la Germania si mostri molto più conciliante rispetto al passato. Il punto più dolente per la Grecia è la richiesta di tagliare decisamente le pensioni. Forse si troverà un accordo stabilendo un limite – probabilmente di 1200 euro il mese − al di sotto del quale le pensioni non saranno tagliate.
I paesi mediterranei e periferici sono oggi i più propensi a collaborare con la Germania sul problema degli immigrati: il Portogallo e l’Irlanda si sono detti pronti ad accettare una loro quota. L’Italia e la Grecia abbondano di immigrati, in quanto paesi di prima accoglienza. Molto più difficile sarà ottenere la collaborazione concreta della Turchia e dei paesi dell’Europa Centrale. L’opposizione in Germania è pronta ad attaccare il governo se non riuscisse a controllare la questione dell’immigrazione in Europa e lo spazio di manovra della Merkel è limitato.
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