Com’era logico aspettarsi, i primi insuccessi dell’ISIS sul terreno iniziano a far perdere fiducia ai seguaci. Circa 100 combattenti hanno pubblicamente abbandonato l’ISIS per entrare nel gruppo ribelle islamista Faylaq al-Sham a nord di Aleppo, sostenendo di essere stati maltrattati, accusati falsamente di tradimento e minacciati di morte. Nel frattempo l’esercito di Assad ha iniziato controffensive per allontanare l’ISIS da Palmira; gruppi ribelli laici con basi in Giordania, appoggiati da Sauditi e Americani, stanno riprendendo Deir el-Zour e puntano verso Raqqa, la capitale dell’ISIS. In Iraq le forze di sicurezza statali hanno ripreso il controllo di parte della provincia di Anbar e si preparano a cercar di mettere in sicurezza Mosul.
L’ISIS non è certamente sconfitto, ma è in difficoltà, perciò è probabile che aumenterà il livello dei gesti terroristici e della propaganda, per mascherare la debolezza, tamponare le crepe e trovare nuovi adepti.
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