Un gruppo cinese ha offerto ben 5 miliardi di euro per il pacchetto di controllo di KUKA AG, azienda tedesca all’avanguardia nel mondo per la fabbricazione di robot, destando allarme nel governo tedesco. Non è il primo acquisto cinese di aziende industriali hi-tech in Germania. La Germania è all’avanguardia nel mondo nell’attuazione del modello di sviluppo chiamato industry 4.0, che mira alla quarta rivoluzione industriale caratterizzata dall’ ‘internet of things’, cioè dal dialogo via internet fra tutti gli oggetti e tutti i componenti utilizzati nella vita e nel lavoro degli uomini. Kuka è una delle industrie-chiave del progetto industry 4.0 e fornisce know-how, macchinari e componenti a grandi aziende globali come Samsung, Roche, BASF, Airbus, oltre che a tutti i produttori di automobili del mondo. Proprio questo tipo di tecnologia di avanguardia costituisce la base delle esportazioni della Germania e del grande surplus della sua bilancia commerciale che, come si vede nella tabella accanto, è in costante aumento. La Cina ha un programma per trasformare il modello di sviluppo economico cinese entro il 2025, al fine di raggiungere un livello tecnologico pari a quello delle economie più sofisticate. Per raggiungere tale livello in breve tempo i Cinesi pensano che il sistema migliore sia l’acquisto di aziende e di brevetti d’avanguardia (recentemente hanno acquistato 1500 brevetti dalla sola Microsoft!).
Ma quando la Cina sarà in grado di fare concorrenza alla Germania nel mercato high tech, l’economia tedesca perderà larga parte del mercato. Il pericolo non è imminente, ma è abbastanza serio e abbastanza vicino da creare non poche paure fra gli imprenditori e i politici tedeschi, che stanno studiando come fare per ostacolare le acquisizioni cinesi utilizzando tutti gli strumenti legali nazionali e internazionali a disposizione. La soluzione di mercato sarebbe che le grandi aziende clienti di Kuka si unissero per comperare insieme l’azienda fornitrice e averne in esclusiva il know how (conoscenza e capacità applicativa), ma i Cinesi hanno offerto già una cifra più alta dell’attuale quotazione in borsa della Kuka, per scoraggiare possibili concorrenti; inoltre le aziende clienti non sono un consorzio già pronto a intervenire, ma sono sparse e talora in competizione tra loro.
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