Il 31 agosto l’Egitto e Cipro hanno firmato l’accordo preliminare per la costruzione di un gasdotto sottomarino che entro il 2020 collegherà il giacimento cipriota di Afrodite alla costa egiziana (mappa a lato).
L’accordo rientra nella visione di lungo termine dell’Egitto come nodo di incrocio e di smistamento dei gasdotti del bacino del Mediterraneo. L’Egitto stesso ha grandi giacimenti di gas e fino al 2014 ne esportava. Ma l’imposizione di prezzi politici troppo bassi per le forniture al mercato domestico hanno impoverito il consorzio che estrae e distribuisce il gas, che perciò non ha più fatto investimenti. La conseguenza è che dal 2015 l’Egitto non soltanto non esporta più il gas, ma è costretto a importarne!
Però la visione geopolitica di un Egitto che sia al centro della distribuzione di gas nel Mediterraneo non è morta. I prezzi domestici sono stati già alzati un po’, come primo passo verso la liberalizzazione. Ed è un vantaggio poter contare sulle forniture da Cipro se la produzione domestica non fosse sufficiente a fare fronte alle richieste all’interno e all’estero.
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