Il lancio della bomba americana MOAB iI 13 Aprile 2017 sui nascondigli dell’ISIS nella provincia di Nangarhar in Afghanistan ha rivelato che la maggioranza di quei jihadisti proveniva dall’Asia Centrale. Un terzo dei 36 jihadisti uccisi di cui si conoscono le generalità erano Tagiki. Persino l’attuale capo militare dell’ISIS in Siria è un ex colonnello dell’esercito tagiko, che ha sostituito i capi iracheni precedenti, uccisi l’uno dopo l’altro da attacchi mirati.
Il rischio che l’ISIS estenda la guerra civile all’Asia Centrale preoccupa grandemente sia i Russi sia i Cinesi. Pare che unità dell’esercito cinese pattuglino abitualmente nel cosiddetto corridoio di Wakhan, un’impervia valle che collega Afghanistan e Cina, stretta fra il Tagikistan e il Pakistan, abitata in maggioranza da Tagiki, ma non se ne hanno conferme ufficiali. Conferme ufficiali da parte afghana giungono invece sulla fornitura di armi da parte della Russia ai Talebani afgani, in funzione anti-ISIS, nella valle di Konduz. La Russia smentisce, nessun giornalista ne ha trovato prove.
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