Milioni di persone visitano l’Israel Museum a Gerusalemme per vedere i Rotoli del Mar Morto, ritrovati nelle grotte di Qumran, nel deserto di Giudea, chiusi in giare di argilla. Si tratta di testi di grande significato religioso e storico, in quanto comprendono alcune fra le più antiche copie superstiti dei libri biblici e dei loro commenti. Sono scritti in ebraico, aramaico e greco, per lo più su pergamena, ma alcuni su papiro. Datano tra il 150 a.C. e il 70 d.C., durante il periodo del Regno di Giuda, della conquista romana e quindi della ribellione che portò alla distruzione del Tempio e del Regno da parte dei Romani. Per la conservazione dei Rotoli è stata costruita una sala espositiva sotterranea, che imita la forma delle giare in cui i manoscritti vennero nascosti e ritrovati a distanza di 2000 anni. Soltanto il tetto, a forma di coperchio di giara, è a vista, irrorato da getti d’acqua. L’edificio è come un grandissimo tabernacolo che racchiude il testo del Libro per eccellenza, la Bibbia.
In una sala di accesso laterale viene invece presentata la più recente trascrizione della Bibbia su di un chip appena visibile a occhio nudo, realizzata usando le nanotecnologie. Un contrasto fra antichità e modernità che affascina e commuove. Un video spiega chiaramente e in pochi minuti come avviene la trascrizione in formato ‘nano’.
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