Il 6 luglio 2017 si è tenuto il summit ‘Trimarium’ a Breslavia in Polonia, con la significativa partecipazione del presidente Trump e di Benyamin Netanyahu. L’Iniziativa dei Tre Mari o Trimarium raggruppa gli Stati Baltici, i paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia), Romania, Slovenia, Bulgaria, Austria, Croazia: una fascia di paesi che attraversa tutta l’Europa centro-orientale unendo tre mari: il Baltico, l’Adriatico, il Mar Nero. Che cosa hanno in comune questi paesi? L’interesse a collaborare per costruire infrastrutture logistiche integrate che colleghino tutti i 12 paesi ai tre mari, e l’interesse a progettare una comunità di difesa, visto che l’Unione Europea non ha un proprio esercito e una propria politica di difesa. Sotto sotto, c’è anche una certa sfiducia nei confronti della Germania e quindi dell’UE. Perché?
I paesi dell’Europa centrale hanno una storia di invasioni, di conquiste e di smembramenti da parte di altri paesi europei, soprattutto da parte della Russia e della Germania. Anche in tempo di pace hanno subito l’egemonia economica, politica e militare della Russia prima sotto gli zar, poi sotto l’Unione Sovietica. Popolazioni germaniche li egemonizzarono fin dal tempo del Sacro Romano Impero, poi con l’Impero Asburgico. La Germania nazista tentò di unificare e sottomettere tutta l’Europa centrale, orientale e i Balcani.
Con una storia di questo genere alle spalle non sorprende certo che le popolazioni e i governi dei 12 paesi dell'iniziativa dei Tre Mari sentano il bisogno di costituire un blocco solidale e forte dal punto di vista economico, politico e militare, capace di tener testa ai Russi e ai Tedeschi, ma anche ad altri potenziali invasori. Un blocco territoriale che si rifà storicamente all’impero degli Jagelloni, che a cavallo fra il 1400 e il 1500 unificarono sotto una stessa dinastia l’Europa centro-orientale, avviandone la fioritura commerciale e culturale.
L’iniziativa dei Tre Mari è giunta a maturazione proprio ora perché tre fattori hanno risvegliato i timori di quelle popolazioni: l’aggressività russa nei confronti dell’Ucraina, l’accordo fra Russia e Germania per costruire il gasdotto Nordstream e i (troppo) buoni rapporti della Germania con la Turchia e il mondo arabo islamico.
Ucraina, Polonia e Ungheria nel periodo sovietico ricevevano il gas dalla Russia a prezzo politico, le reti di distribuzione erano società miste di aziende locali e aziende russe. Quando questi paesi decisero di aderire all’Unione Europea e di aprire le porte alla NATO iniziò un braccio di ferro con la Russia sulle condizioni di fornitura del gas, una piccola guerra fredda con cui la Russia cercò di tener legate a sé queste popolazioni, tramite la loro dipendenza dall’energia russa. Poi l’Unione Europea negoziò con la Russia e andò a finire che Tedeschi e Russi si accordarono per costruire gli enormi gasdotti sottomarini che collegano direttamente i loro due paesi, il Nordstream 1 e 2, e ora l’Est Europa non riceve quasi più il gas direttamente dalla Russia, ma dalla Germania. L’accordo diretto fra Russia e Germania ha scavalcato i governi dei paesi dell’Europa dell’est, ha tolto loro ogni potere negoziale nei confronti della Russia, ha risvegliato i fantasmi del patto fra Russia e Germania per la spartizione della Polonia. È vero che la Germania manda tutto il gas che vogliono ai paesi dell’Est, ma ora il rubinetto è nelle mani della Germania e dell’accordo che la Germania ha con la Russia. Prima Polacchi e Ucraini avevano un dialogo diretto con la Russia e si facevano forti del fatto che per raggiungere la Germania e l’Europa occidentale il gas russo doveva passare sul loro territorio. Ora il loro territorio e il loro potere negoziale è stato bypassato, mentre la Russia e la Germania dominano insieme, di comune accordo, il mercato dell’energia in Est e Centro Europa. I paesi che si trovano in mezzo a Russia e Germania non ne sono tranquillizzati!
Il Nordstream fra Germania e Russia è stata la prima causa del sorgere di un nuovo nazionalismo nei paesi dell’est Europa, ma non l’unica.
Gli investimenti tedeschi nei paesi dell’Europa dell’Est, dopo il loro accesso nell’Unione Europea, hanno permesso il rapido sviluppo di quelle economie, hanno portato rapidamente lavoro e benessere, ma i prodotti sono di disegno e di marca tedesca, i contratti internazionali di vendita li fanno i Tedeschi, gli utili delle esportazioni vanno in massima parte ai Tedeschi. L’integrazione industriale e commerciale fra i paesi dell’Est Europa e la Germania è avvenuta sotto l’egemonia tedesca, ha aumentato il peso economico e politico della Germania in Europa e nel modo. Alcuni nell’Est Europa iniziano a considerare questa predominanza come una forma di imperialismo, ne hanno paura.
Si è aggiunta poi la politica di apertura della Merkel all’immigrazione dai paesi arabi del Medio Oriente e il suo accordo con la Turchia, che ha spaventato tutti i Paesi balcanici e del Centro Europa che fecero parte dell’Impero austriaco, che per secoli lottarono per difendersi o per liberarsi dai Turchi e ne hanno un timore atavico. La Merkel ha poi fatto marcia indietro rispetto alle dichiarazioni del 2015 e 2016, viste le reazioni negative in tutti paesi dell’Est e dei Balcani, ma i timori che la Germania sia pronta ad accordi diretti non soltanto con la Russia, ma anche con il mondo islamico, bypassando i partner europei, ha accelerato lo sviluppo di sentimenti nazionalistici e il desiderio di rendersi meno dipendenti dalla Germania. Tanto più che la crisi ucraina ha mostrato che la Germania e l’Unione Europea non hanno nessuna intenzione di affrontare a muso duro la Russia, né altri potenziali nemici, per difendere gli stati periferici dell’Unione, i più esposti ai pericoli in caso di guerra.
Ovviamente l’iniziativa dei Tre Mari è presentata come un accordo che rafforzerà la solidarietà fra paesi dell’Unione Europea, che ne potenzierà le infrastrutture. Nulla è detto o scritto contro la Germania o contro l’Unione nei documenti del Trimarium. Ma l’aver invitato il presidente di Stati Uniti e di Israele al summit è molto significativo: gli Stati Uniti sono stati invitati come alleati militari e fornitori di sistemi di difesa, Israele come alleato in Medio Oriente in contrasto con la politica filo-araba dell’Unione Europea e della Germania.
Trump ha deciso di partecipare personalmente al summit, dando grande rilievo mediatico all’evento. L’interesse strategico di fondo degli USA in Europa è evitare che si venga a creare un unico stato, un’unica potenza economica e militare dalla Russia alla Spagna. Una tale Europa davvero unita sarebbe una potenza formidabile, che potrebbe sfidare e vincere gli USA. È un pericolo assolutamente da evitare per qualunque governo americano. Gli accordi fra la Russia e la Germania preoccupano gli USA non per la loro attuale portata, ma perché potrebbero portare a un futuro accordo politico e militare. Qualunque presidente americano si opporrà a tale scenario e sosterrà le rivendicazioni e le paure dei paesi dell’Europa centrale e orientale per evitare che la Russia entri a far parte di qualche forma di Unione insieme alla Germania.
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