Nato a Livorno a gennaio del 1921, Aldo trascorre una vita agiata da ragazzino di buona famiglia borghese fino all’emanazione delle leggi razziali nel 1938, che gli proibirono di andare a scuola. Da quel momento la sua vita cambiò.
Si trasferì con la madre in Francia, a Nizza, per poter studiare, mentre il padre e i fratelli maggiori rimanevano in Italia, ma senza più poter lavorare. Nel sud della Francia c’era un governo filo-nazista e filo fascista, dopo che i Tedeschi avevano invaso il paese, ma a Nizza le truppe di occupazione non erano tedesche bensì italiane, alleate di Hitler. A fine settembre 1943 le truppe italiane lasciarono la Francia perché l’Italia firmò l’armistizio e uscì dalla guerra iniziata come alleata della Germania.
Arrivarono le truppe tedesche di occupazione e Aldo riuscì a fuggire in Svizzera, solo e senza un quattrino, ma con l’aiuto di un funzionario francese che gli fornì un lasciapassare. In Svizzera con abilità e parsimonia riuscì persino a terminare gli studi universitari.
Alla fine della guerra tornò in Italia, dove ritrovò la famiglia, sopravvissuta grazie all’aiuto di brave persone.
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