Estratto dal libro “Villa Giulia e i suoi figli”, di Aldo Liscia
La storia di Villa Giulia fu protagonista delle vicende che la famiglia di Aldo visse nel corso del ventennio fascista.
La villa fu costruita nel 1912 dal padre di Aldo, Adolfo Liscia, un chirurgo di Livorno. Egli volle costruire una villa sul mare in onore di sua madre Giulia; per questo le fu dato il nome di Villa Giulia. Grazie al denaro ottenuto dall’eredità paterna e dal lavoro di medico, Adolfo la fece edificare sul litorale di Antignano perché una delle zone più belle della costa, anche se non vi erano mezzi per raggiungere la città di Livorno che si trovava abbastanza lontano.
Nei primi anni ’20 e ’30, d’estate la villa si popolava di amici e parenti che approfittavano dell’ospitalità per fare una gita al mare. In quelle occasioni la mamma di Aldo, Lea, preparava crostate e pasta al pomodoro per gli ospiti, il tutto annaffiato dal vino bianco della proprietà di campagna della famiglia Liscia. Adolfo, il padre di Aldo, andò in pensione nel 1936 e la villa divenne l’abituale dimora della famiglia Liscia. La vita sembrava serena e fortunata.
Quando furono annunciate le leggi razziali nel 1938, il conte Costanzo Ciano di Livorno cominciò a fare pressioni per acquisire la villa, ben sapendo che i Liscia sarebbero stati costretti a svenderla o a perdere tutto. Costanzo era Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni e presidente della Camera, uno dei più importanti gerarchi del regime fascista. Suo figlio Galeazzo aveva sposato Edda, figlia di Mussolini (questo non gli avrebbe impedito di venir fucilato per alto tradimento nel 1944, per aver votato a favore della deposizione del suocero l’anno precedente). Il padre di Aldo rifiutò a lungo di vendere: preferiva lasciarla in uso ai Ciano senza venderla, ma nel 1939 fu costretto ad accettare la vendita imposta a un prezzo ridicolo e sotto minaccia. La villa fu quindi abitata da Galeazzo Ciano e da Edda Mussolini fino alla fucilazione di Ciano. Divenne poi per anni rifugio di persone che avevano perso la casa per i bombardamenti.
Alla fine della guerra una lunga lotta legale tra i Liscia e gli eredi dei Ciano, intrapresa dalla mamma di Aldo e durata 9 anni, terminò con la vittoria della famiglia Liscia che poté così rientrare in possesso della villa. Ci vollero decenni di risparmi e di lavori per restaurarla.
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